Armi per l’Ucraina, ostacolo Tik Tok
L’azienda norvegese Nammo, una dei maggiori produttori di munizioni d’Europa, ha affermato che gli sforzi di produzione per soddisfare la crescente domanda di armi in Ucraina sono stati ostacolati da un nuovo data center TikTok, che nella regione sta “monopolizzando” l’elettricità. Dopo l’invasione russa in Ucraina, la richiesta di armi è cresciuta di 15 volte rispetto ai numeri precedenti. L’industria europea ha investito 2 miliardi in nuove fabbriche per soddisfare le richieste Ucraina, mentre dai leader dell’UE è arrivato l’annuncio di un programma per rimborsare i Paesi che offrono munizioni a Kiev.
Tra le aziende scese in campo per fornire armi all’Ucraina c’è Nammo, che sta lavorando per espandere il suo più grande impianto di produzione. Ad ostacolare l’azienda ci sarebbe però proprio TikTok, a lavoro per migliorare la propria immagine. Infatti, dopo che alcuni dipendenti in Cina hanno avuto accesso ai dati degli utenti europei, spiando i giornalisti nel tentativo di rintracciare le fughe di notizie, l’azienda ha iniziato a costruire data center nei paesi occidentali, scontrandosi però con le esigenze energetiche locali.
La denuncia di Nammo
L’amministratore delegato di Nammo, Morten Brandtzæg, ha denunciato al Financial Times i problemi energetici della sua azienda. Infatti è a rischio l’espansione della più grande fabbrica nella Norvegia centrale, che si è dovuta fermare a causa della mancanza di energia, impiegata nella costruzione del nuovo data center di TikTok che consumerebbe tutta l’elettricità disponibile. “Siamo preoccupati perché vediamo che la nostra crescita futura è messa a dura prova dall’archiviazione di video di gatti” ha spiegato l’AD.
Elvia, il fornitore di energia locale in quella zona della Norvegia, ha confermato che la rete elettrica non aveva capacità di riserva. Assegnata al data center, non c’è elettricità sufficiente anche per Nammo: occorre infatti tempo per avere una capacità aggiuntiva. I data center di Tik Tok consumano grandi quantità di energia per alimentare e raffreddare i server che servono a immagazzinare immagini e video entro il 2030. La Commissione europea stima che i data center rappresenteranno il 3,2% della domanda di elettricità. L’aumento è del 18,5% rispetto al 2018.