La Russia avrebbe usato le armi termobariche in Ucraina: è questo quanto emerge da un comunicato del ministero della Difesa britannico, il quale ha svelato che, nel dettaglio, i territori ucraini sarebbero stati colpiti con dei lanciarazzi TOS-1A. La rivelazione è piuttosto preoccupante, dato che i suddetti missili sono molto più pericolosi di quelli tradizionali in quanto come riporta il Corriere della Sera possono sparare decine di «pezzi».
Le bombe termobariche, allo stesso modo, hanno effetti altrettanto drammatici. Il gas infiammabile contenuto al loro interno, quando esplodono, infatti, a contatto con l’ossigeno, creano una “bolla” ad altissima temperatura e sprigionano un’onda d’urto lunghissima. L’impatto è devastante, tanto che il colpo non può essere attenuato da alcuna tipologia di muro, neanche quello tipicamente utilizzato per la costruzione dei bunker. È per questo motivo che le suddette armi non possono essere utilizzate sui civili, in quanto i corpi ne sarebbero inevitabilmente annientati, né su obiettivi militari nel caso in cui siano causa di «sofferenze non necessarie» e nel caso in cui provochino «danni o distruzioni eccessive rispetto al vantaggio militare che ne deriva».
Armi termobariche, cosa sono: illegali o no?
Le armi termobariche, che la Russia starebbe utilizzando in Ucraina, sono state vietate attraverso un accordo internazionale, ma quest’ultimo non è stato firmato da alcuni Paesi. Tra questi c’è proprio quello di Vladimir Putin, nonché Usa, Cina, India, Iran, Pakistan, Arabia Saudita e Israele. Non è da escludere, dunque, la possibilità che esse siano in uso dai russi come avvenuto in passato in Afghanistan e Cecenia.
Il Governo inglese, in tal senso, ha voluto avvertire le altre potenze internazionali in merito agli effetti devastanti che tali armi hanno. “Esse possono distruggere le infrastrutture e causare danni significativi agli organi interni e ustioni da flash, con conseguente morte per le persone esposte”, si legge nel tweet.