Kaja Kallas, primo ministro dell’Estonia, ha avanzato una proposta: l’Europa dovrebbe acquistare insieme le armi per l’Ucraina, attraverso gare d’appalto, e inviarle direttamente al Paese di Zelensky. A riportarlo è il quotidiano francese “Le Monde”, sulle cui colonne spiccano le affermazioni di Kallas: “Dovremmo fare come abbiamo fatto con i vaccini durante la pandemia Covid-19. La Commissione ha messo insieme le richieste, i fondi degli Stati e ha effettuato gli ordini. Ha funzionato, quindi perché non farlo per le armi? Darebbe visibilità all’industria”.
Kallas ha poi aggiunto: “La Russia è diventata un’economia di guerra, con fabbriche che funzionano 24 ore su 24. In Europa non abbiamo ancora accelerato il ritmo di produzione armi. Tuttavia, la Russia invia in media 20mila pezzi di artiglieria al giorno contro le forze dell’Ucraina. È l’equivalente della produzione mensile europea!“. Un confronto che non lascia spazio a dubbi interpretativi, nonostante nel Vecchio Continente la base industriale e tecnologica della difesa europea chiede da diversi mesi ordini di durata pluriennale per investire e aumentare la capacità produttiva.
ARMI UCRAINA, LA PROPOSTA DELLA PREMIER ESTONE: “EUROPA LE ACQUISTI CONGIUNTAMENTE”
Sempre su “Le Monde”, Sven Biscop, esperto di difesa presso il think tank belga “Institut Egmont”, sul tema delle armi all’Ucraina ha evidenziato: “Dopo un anno di guerra, è sorprendente che la capacità di produzione di armi non sia ancora stata aumentata. È necessario elaborare rapidamente un piano a lungo termine, perché abbiamo visto che esiste un problema di profondità delle scorte in Europa. Qualunque sia lo scenario futuro in Ucraina, sarà necessario continuare a fornire aiuti per le attrezzature militari”.
Il tutto mentre in autunno l’esecutivo europeo aveva presentato un testo per l’avvio di acquisti congiunti di attrezzature di emergenza per un valore di 500 milioni di euro, ma esso è tuttora in attesa di approvazione da parte del Parlamento europeo: “Bisogna vedere se nel frattempo si possono accorciare i tempi con un dispositivo specifico”, ha suggerito un diplomatico che ha inteso rimanere anonimo. Nella peggiore delle ipotesi, la risposta potrebbe arrivare non prima di settembre e potrebbe già essere troppo tardi, allora per lanciare un progetto pilota per comprare le armi per l’Ucraina.