Lance Armstrong e Marco Pantani sono senza dubbio le due facce della medaglia del ciclismo tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila: l’americano al centro di un vasto sistema doping, ma smascherato solamente al termine della carriera, con cancellazione retroattiva delle sue sette vittorie consecutive al Tour de France, creando una voragine nell’albo d’oro della Grande Boucle; Pantani invece ha pagato in prima persona un prezzo altissimo, certamente superiore alle sue colpe, ritrovandosi vittima di un meccanismo perfetto – basterebbe pensare che vi sono forti dubbi anche sulla correttezza del famigerato controllo di Madonna di Campiglio al Giro d’Italia 1999, che segnò la svolta in senso tragico della sua carriera e della sua intera vita.
In questi giorni Lance Armstrong è al centro dell’attenzione per un lungo documentario di oltre tre ore nel quale racconta tutta la sua verità e naturalmente Marco Pantani è uno dei “capitoli” di maggiore spicco del racconto del texano. Già da giorni le prime anticipazioni ci hanno descritto un Lance Armstrong che si dopava fin dagli inizi della carriera, tanto che fu forse il doping a causargli il tumore che poi riuscì a superare, tornando al ciclismo e vincendo (barando) i sette Tour in seguito revocati.
ARMSTRONG: “ITALIA HA DEMOLITO E UCCISO PANTANI”
Riflettendo sul doping, Lance Armstrong parla di Italia e Germania, due Paesi accomunati da reazioni anomale al fenomeno, secondo l’americano: massacrati da noi Marco Pantani e in Germania il suo rivale ma anche grande amico Jan Ullrich, molto più dolce il trattamento per Ivan Basso ed Erik Zabel: “L’Italia glorifica Ivan Basso, lo tiene in gran conto gli offre un lavoro e lo invita in tv. Eppure lui non è molto differente da me o Jan Ullrich. L’Italia ha demolito e ucciso Pantani, la Germania disprezza Ullrich ma ama Zabel che pure era dopato. E Pantani è morto, fottutamente morto“.
Detto che Ivan Basso fu squalificato per ben due anni per il suo semplice coinvolgimento nell’Operacion Puerto, senza che fosse mai stato trovato positivo (dunque non ci sembra un grande trattamento di favore per il varesino), è chiaro che la vicenda Pantani è ancora oggi una ferita dolorosa. Il Pirata passò nello spazio di un giorno da eroe dell’intera nazione a mostro indagato dalle procure di mezza Italia e forse più – e nonostante questo restano troppi dubbi sia su Madonna di Campiglio sia poi sulla sua morte, avvenuta il 14 febbraio 2004 a Rimini in circostanze mai del tutto chiarite e sulle quali la versione ufficiale non convince molto. Almeno su questo, ci permettiamo di dire che Lance Armstrong ha molto probabilmente ragione…