Dall’aumento di casi positivi alla riapertura delle scuole, Arnaldo Caruso a tutto tondo sull’emergenza coronavirus ai microfoni de La Stampa. Il presidente della Società italiana di virologia ha invocato monitoraggi mirati e costanti nel tempo con il via all’attività didattica, evidenziando che l’incremento di contagiati – dovuto ad un periodo di maggiore libertà – è ormai chiaro e inevitabile: «L’aspetto interessante è che gli ospedali sembrano non riempirsi. Se nelle prossime settimane non ci fossero troppi ricoveri dovremmo interrogarci su cosa è cambiato nel virus o nella nostra capacità di reagire». Situazione diversa per quanto riguarda i Paesi esteri: Caruso ha messo in risalto che Francia e Spagna sono più avanti nella seconda ondata, ma c’è un dato che fa ben sperare, «per ora non presentano molti casi gravi».
ARNALDO CARUSO: “RISCHIO LOCKDOWN? SI’, MA LOCALIZZATO”
Nel corso della lunga intervista rilasciata a La Stampa, Arnaldo Caruso ha aggiunto che oggi il contagio avviene al chiuso e dopo un contatto ravvicinato e prolungato, raramente si verifica in diversa maniera. E il virologo ha le idee abbastanza chiare sul possibile nuovo lockdown: «C’è questo rischio? Sì, ma localizzato. Generalizzato come prima, soprattutto senza casi gravi, significherebbe mettere in ginocchio l’Italia». Infine, una battuta sul vaccino: «La vera speranza è un farmaco specifico. Un vaccino efficace richiede anni. Il virus non se ne andrà da solo, si può solo sperare che diventi meno aggressivo».