Sono dati decisamente a sorpresa quelli riportati ieri mattina dal quotidiano Il Foglio circa l’inquinamento dell’aria della Pianura Padana. A discapito di quanto emerso fino ad ora, durante l’anno 2023 l’aria è stata decisamente respirabile nell’area che tocca Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Dopo i primi segnali positivi del 2022, con dati Arpa che mostravano un’aria più respirabile rispetto all’anno precedente, ecco gli ottimi dati del 2023, con l’ossido di azoto, le polvere fini e finissime che sono sempre più rarefatti. Secondo i dati ufficiali dell’ARPA, agenzia regionale di protezione dell’ambiente, in questo caso della Lombardia, l’anno scorso è stato “l’anno migliore da quando si è avviata la misura della qualità dell’aria”.
E anche Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia, così come l’Emilia Romagna. Da Bologna, a riguardo, l’Arpa spiega che “I valori medi annuali delle polveri, Pm10 e Pm2,5, risultano ampiamente entro i limiti di legge”. Ovviamente con questo non significa che l’aria respirata al Nord sia perfetta. “Se non ci si confronta con gli attuali limiti di legge – spiega ancora Arpa Lombardia – ma con i valori proposti dalle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità, la strada da percorre è ancora lunga e richiede una ulteriore – particolarmente rilevante – riduzione delle emissioni, possibile solo su tempi sufficientemente lunghi”.
ARPA LOMBARDIA E NON SOLO: I MOTIVI PER SORRIDERE
Ma in ogni caso ci sono buoni motivi per sorridere: “Come ormai da anni non sono stati registrati superamenti degli standard di legge per monossido di carbonio, benzene e biossido di zolfo, ormai tutti con valori ben al di sotto dei limiti di legge. Per quanto riguarda il Pm10, in tutte le stazioni del territorio regionale anche nel 2023 è stato rispettato il valore limite sulla media annua di 40 microgrammi per metro cubo d’aria. Da otto anni si registra pertanto un rispetto generalizzato di tale parametro (il primo anno senza superamenti per questo limite è stato il 2014, seguito dal 2016 e poi consecutivamente dal 2018 ad oggi). L’anno appena concluso è però quello migliore di sempre nella stragrande maggioranza delle stazioni, con concentrazioni molto inferiori rispetto al 2022”.
Sulla pianura Veneta invece, l’Arpa regionale fa sapere che “Viene rispettato per il quarto anno consecutivo in tutte le stazioni di misura il valore limite annuale del biossido di azoto, con concentrazioni medie tendenzialmente inferiori o in linea con quelle dell’ultimo triennio. Anche i limiti annuali del particolato, sia Pm10 che Pm2,5, fissati rispettivamente a 40 e 25 microgrammi per metro cubo, risultano rispettati in tutte le centraline della rete aria”.
ARPA LOMBARDIA E NON SOLO: I DATI DEL PIEMONTE SULLA PIANURA PADANA
E infine l’Arpa Piemonte, che segnala situazioni simili: “Le concentrazioni medie annue rilevate risultano essere inferiori o uguali a quelle dell’anno 2022 e anche dell’anno 2021. Tutte le stazioni valutate rispettano il valore limite medio annuale previsto dalla normativa pari a 40 microgrammi per metro cubo d’aria”. Ed ecco il rapporto dell’Arpa Emilia Romagna: “Per la prima volta è stato rispettato il numero di giorni con superamento del valore limite giornaliero di Pm10 in tutte le stazioni tranne una. Il limite sulla media annuale di NO2 è stato superato in una sola stazione e non ci sono stati superamenti del valore limite orario”.
Le note negative della Pianura Padana riguardano l’ozono, che è rimasto alto in tutta la zona nord della nostra penisola, e Il Foglio a riguardo sottolinea come andare in montagna potrebbe essere addirittura peggio visto che il punto più inquinato di tutta la Lombardia per quanto riguarda l’ozono risulta essere in Valsassina, precisamente a Moggio al passo del Culmine di San Pietro, a 1.196 metri di altitudine.