“ARRESTARE SUBITO PUTIN”: L’APPELLO DELL’EX GIUDICE DELLA CORTE DELL’AJA

«Mandato di cattura subito per Vladimir Putin, mi auguro che sia emesso il prima possibile»: è netta Carla Del Ponte, magistrato svizzera ed ex procuratrice generale del Tribunale dell’Aja durante i processi sull’ex Jugoslavia, riferendosi al Presidente russo.



Nella lunga intervista a “La Repubblica”, l’ex giudice della Corte Penale Internazionale si scaglia contro l’invasione dell’Ucraina lanciata da Mosca facendo riferimento alle possibili dirette conseguenze dell’indagine aperta ufficialmente lo scorso 3 marzo proprio contro Putin presso il Tribunale dell’Aja. Dopo aver incriminato per crimini di guerra Milosevic e Karadzic – rispettivamente, l’ispiratore e l’esecutore materiale dei massacri in Bosnia – ecco che l’iter internazionale contro Putin potrebbe avvenire nel medesimo modo: «So che il procuratore della Corte penale internazionale ha aperto un’inchiesta per i crimini di guerra e contro l’umanità che sono stati commessi e si commettono tuttora durante il conflitto in Ucraina. Le prove permetteranno non solo di stabilire quali e quanti ne sono stati commessi, ma anche di identificare gli autori». Il primo responsabile secondo Del Ponte è proprio Putin, con lui però anche «tutti i politici e i militari con incarichi di responsabilità».



DEL PONTE (EX L’AJA): “CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ”

Secondo l’ex procuratrice però il vero nodo della questione è il tempo: «l’inchiesta dev’essere condotta velocemente affinché si possa emanare un atto d’accusa e ottenere un mandato di arresto internazionale contro gli accusati». Per Carla Del Ponte l’inchiesta de L’Aja contro Putin e la Russia non arriva in ritardo, ma anzi è partita subito dopo i primissimi crimini di guerra dopo il 24 febbraio: «sin dall’inizio sono stati intenzionalmente uccisi dei civili. Quello che non avrei voluto mai più vedere sono le fosse comuni. Intanto perché non tutti sono stati identificati e sicuramente non è stata accertata la causa di morte, cioè i due elementi indispensabili per l’inchiesta. E non basta di certo che siano stati chiusi in sacchi di plastica». Del Ponte si dice poi sicura che una volta arrivati al far spiccare il mandato di cattura per Putin l’esecuzione possa essere rapida ed efficace, sebbene sarà molto difficile vedere il Presidente del Cremlino imprigionato nel breve periodo: «mi auguro che avvenga il più presto possibile. Nel senso che si possa concludere velocemente una prima inchiesta, emanare un atto d’accusa e ottenere dai giudici della Corte penale un mandato d’arresto internazionale contro Putin». Se resta infatti in Russia, riflette l’ex procuratrice, sarà impossibile l’esecuzione dell’arresto (in quanto Mosca è uscita dai Paesi che riconoscono la giurisdizione del Tribunale internazionale): ma qui il fattore tempo si ribalta, nel senso che non esiste prescrizione per i crimini di guerra, conclude Del Ponte su “Rep” «sparare sui corridoi umanitari è crimine contro l’umanità, senza dubbio. Siamo di fronte a un crimine di guerra e a un crimine contro l’umanità».

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