I poliziotti di Roma nei giorni scorsi hanno arrestato Manuel Sammarco, figlio dell’attore di fiction Stefano, per possesso ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Il padre è divenuto mediamente famoso nel corso degli anni passati per aver recitato in serie come “L’apocalisse delle scimmie” o “Cinque”, ma nel 2014 venne arrestato a sua volta con la stessa accusa mossa ora al figlio 23enne, ovvero spaccio, con l’aggravante di avvalersi “della copertura della sua professione”. Allo stato attuale non è ancora possibile conoscere l’eventuale condanna che verrà impartita a Manuel Sammarco, ma trattandosi di spaccio di ingenti quantità di cocaina non si tratterà di una condanna leggera.
Manuel Sammarco: l’arresto a Roma per spaccio con 200mila euro di cocaina
L’arresto di Manuel Sammarco per spaccio è avvenuto a Roma il 2 novembre, quando il nucleo operativo delle forze dell’ordine del quartiere periferico Qarticciolo hanno concluso una retata dopo diversi giorni di osservazione del figlio dell’attore. Così, nella giornata di venerdì, supponendo che il giovane avesse appena prelevato una nuova partita di sostanze stupefacenti, si sono mossi, stringendogli le manette attorno ai polsi dopo un breve inseguimento tra via Manfredonia e piazza del Quarticciolo.
Manuel Sammarco, secondo quanto hanno riferito le stesse forze dell’ordine, nei momenti immediatamente precedenti all’arresto per spaccio si era diretto, a bordo del suo scooter, nella zona delle case popolari del quartiere romano. Dopo aver lasciato il suo scooter, è salito a bordo di un’auto parcheggiata sotto agli edifici, nella quale gli agenti l’hanno visto prelevare qualcosa dal cruscotto prima di risalire sulla moto. Così gli agenti sono intervenuti e hanno fermato Mnaule Sammarco procedendo alla perquisizione e all’arresto per spaccio. Il 23enne, infatti, è stato trovato con un chilo e 200 grammi di cocaina e crack, divisi in più di 3mila dosi separate, dal valore di stimato di oltre 200mila euro, più ulteriori 3.310 euro in contanti nel suo portafogli, oltre a tutto il materiale necessario per il confezionamento e la ripartizione della sostanza. L’auto, probabilmente, serviva da “magazzino”, che il ragazzo raggiungeva all’occorrenza dopo aver preso contatti con un acquirente.