“La Vita in Diretta” si è occupata dell’inchiesta “Angeli e Demoni” da cui sono emersi i veri e propri lavaggi del cervello sui bambini. Il programma ha raccolto la testimonianza di una famiglia legata al caso Veleno. In collegamento sono intervenuti infatti Gilda e Massimiliano Camparini, genitori di Anna Giulia. La bambina nel giugno del 2017, dopo dieci anni di lotte, è stata adottata. «Le motivazioni? Abbandono di minore, precedenti di droga e casa fatiscente. Eccola qua la casa fatiscente… Ma non abbiamo mollato», ha dichiarato Massimiliano Camparini. La coppia ora ha paura per quello che la bambina può pensare di loro, i genitori temono di essere degli estranei per lei. I due tra l’altro la “rapirono” per evitare di perderla. «Io e lei insieme l’abbiamo rapita, ma lei mi ha detto di portarla via perché ci aveva detto che le dicevano che non eravamo bravi genitori e la mettevano in castigo. Non l’ho salutata, mi è stata strappata di mano». Ora chiedono di rivedere la figlia e che il procedimento venga riaperto. La psicologa che l’allontanò da loro è implicata nell’inchiesta “Veleno” sui presunti casi di pedofilia e satanismo nella Bassa. E ora sono due i filoni su cui la procura di Modena si concentrerà a seguito dell’inchiesta che a Reggio Emilia ha fatto emergere un nuovo scandalo legato ai servizi sociali e all’affido di minori. La procura di Modena è pronta a ripercorrere i casi legati alla vicenda “pedofili della Bassa” degli anni Novanta, secondo il Resto del Carlino, al fine di capire se ci siano eventuali collegamenti. (agg. di Silvana Palazzo)



“INCHIESTA UMANAMENTE DEVASTANTE”

Da questa mattina hanno preso il via gli interrogatori sull’inchiesta legata ai presunti affidi illeciti di minori nella provincia di Reggio Emilia. Come riferisce l’agenzia di stampa Ansa, a presentarsi davanti al gip sono stati Federica Anghinolfi, dirigente dei servizi sociali dell’Unione dei Comuni della Val d’Enza e l’assistente sociale Francesco Monopoli, entrambi agli arresti domiciliari con l’accusa di aver praticato il lavaggio del cervello ai minori tramite diverse metodologie. La prossima settimana, tra mercoledì e venerdì, si svolgeranno gli altri interrogatori che riguarderanno, gli altri, anche il sindaco Pd del comune di Bibbiano, Andrea Carletti. Intanto, a commentare la vicenda come riferisce RaiNews è stato anche procuratore capo di Reggio Emilia, Marco Mescolini: “Mi sono occupato di fatti molto provanti di ‘Ndrangheta per dieci anni, ma quest’inchiesta è umanamente devastante. Per la velocità con cui tutto è emerso, restituisce un quadro assai allarmante. Ma conta il giudizio della legge”, ha detto. Il capo dei pm reggiani ha inoltre rivelato: “È stato sequestrato altro materiale ora al vaglio degli investigatori. Le indagini proseguiranno e nulla sarà intentato”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



I DIALOGHI “NON VUOI PIÙ VEDERE PAPÀ”

Ha lasciato senza parole quanto scoperto dalle forze dell’ordine in quel di Reggio Emilia, dove diversi bambini sono stati sottoposti ad un vero e proprio “lavaggio del cervello”, per toglierli dai propri genitori e darli in affido ad altri, dietro compenso. Una vicenda da pelle d’oca, che ha visto coinvolte diverse persone, fra cui anche il sindaco di Bibbiano, esponente del Partito Democratico. Nelle ultime ore l’indagine si è arricchita di particolari, ed è emerso anche un dialogo fra i bambini che dovevano essere sottratti ai loro cari, e i presunti professionisti che dovevano valutarli. «Ma non ti ricordi che hai detto che non volevi più vedere tuo padre?», esordisce il “medico”, e la bambina spaesata reagisce in maniera confusionaria. Quindi lo psicologo rincara la dose: «Hai detto che non volevi vederlo, perché avevi paura che ti facesse del male…si potesse vendicare…», ma la bimba non sembra essere affatto convinta «Mi mancano gli abbracci di papà – replica lei – ogni tanto piango perché mi mancano». Peccato però che i “professionisti” insistono: «Ma se eri contenta di non vederlo più. non ti ricordi?». Dialoghi agghiaccianti che lasciano senza parole. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



REGGIO EMILIA, LAVAGGIO DEL CERVELLO AI BAMBINI

E’ sconvolgente l’inchiesta emersa sui fatti a Reggio Emilia dove attraverso false certificazioni venivano strappati i bimbi a famiglie in difficoltà per poi affidarli ad altre con requisiti idonei, il tutto con metodi per nulla ortodossi quali elettrochoc e lavaggio del cervello. Secondo la procura, come spiega Corriere.it, le finalità del gruppo di persone finite sotto inchiesta era sottrarre figli a famiglie in difficoltà sociali per poi affidarli, dietro lauto pagamento, ad altri genitori. Come emerso, per ottenere questo scopo venivano usati metodi per manipolare la memoria e i racconti delle vittime e falsificare i documenti. Da qui i falsi dossier composti da disegni di bimbi con falsi dettagli a sfondo sessuale. Tra coloro ai quali i bimbi erano indirizzati, anche titolari di sexy shop. Un particolare ancora più sconvolgente, è che dopo l’allontanamento dalle famiglie di origine i minori sarebbero stati anche vittime di stupro all’interno delle famiglie affidatarie e delle comunità. Non solo: per anni i servizi sociali avrebbero omesso di consegnare ai bambini lettere e regali dati dai genitori naturali e che sono stati invece rinvenuti dai carabinieri. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

16 ARRESTI

Elettroshock, lavaggio del cervello e falsi documenti per allontanare bambini dai genitori: scandalo a Reggio Emilia, scattano le manette per 16 persone tra cui sindaco dem di Bibbiano. Una vicenda che ha indignato l’opinione pubblica e sulla quale hanno preso posizione anche gli esponenti politici: «Pazzesco. Attivare subito una Commissione d’Inchiesta sulle case famiglia in Italia, come proposto da tempo dalla Lega: troppo spesso si guadagnano milioni di euro sulla pelle di bambini sottratti alle loro famiglie», la promessa del ministro dell’Interno Matteo Salvini. Queste, riportate da Repubblica, le parole del premier Conte dal G20 di Osaka: «Tutto ciò che riguarda i bambini rischia di essere drammatico. Ho letto le notizie su Reggio Emilia. Se fossero confermate, si tratta di ipotesi accusatorie sconvolgenti e raccapriccianti». Sergio Venturi, assessore regionale alle Politiche per la Salute dell’Emilia-Romagna, ha precisato: «Ciò che sta emergendo dall’operazione dei Carabinieri in corso nel reggiano sul tema affidi familiari ha contorni che, se confermati, sarebbero di una gravità inaudita. In quel caso, è chiaro che la Regione si troverebbe ad essere parte lesa. E, soprattutto, in quel caso, la Regione si aspetta che i delinquenti siamo puniti severamente, come meritano», riporta Bologna Today. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

UN GIRO D’AFFARI DI CENTINAIA DI MIGLIAIA DI EURO

Il giro d’affari dietro all’operazione agghiacciante vista tra la Val d’Enza e Bibbiano è di diverse centinaia di migliaia di euro, con 16 misure cautelari e 6 arresti ai domiciliari tra cui il sindaco dem Carletti. Tutti gli accusati dovranno ovviamente dare la loro versione dei fatti ma l’impianto accusatorio si avvicina molto sinistramente a quanto raccontato dalla straordinaria inchiesta giornalistica di Pablo Trincia proprio nella Bassa emiliana dal titolo “Veleno”. L’inchiesta ricostruisce il caso dei “Diavoli della bassa modenese”, sedici bambini tolti ai genitori per presunti abusi e riti satanici, ma senza mai trovare alcune prove reali. Ebbene, oggi lo stesso Trincia su Twitter ha scritto «C’è un link tra la vicenda di Reggio Emilia e quella di #Veleno. Si chiama Centro Studi Hansel e Gretel di Torino, di cui è stato arrestato il responsabile, Claudio Foti. Proprio le psicologhe provenienti da quel centro avevano interrogato i bambini di Veleno…». Elettrochoc, lavaggio del cervello, disegni di bimbi falsificati con dettagli di carattere sessuali e addirittura due casi di abusi presunti contro i minori dopo l’affidamento “orchestrato”: una delle inchieste più inquietanti di questi ultimi anni è divenuta realtà e si avvicina da molto vicino a quanto già raccontato da “Veleno” in un’altra storia che riemerge dal passato.

LAVAGGIO CERVELLO SU BAMBINI

Uno scandalo dai risvolti inquietanti è quanto emerge da Bibbiano, piccolo paese in provincia di Reggio Emilia dove 18 persone tra cui il sindaco Pd Andrea Carletti (raggiunti da custodie cautelari) sono accusate di aver consapevolmente sottratto i bimbi minorenni alle famiglie per darli in affido retribuito a dei conoscenti-amici. Un’operazione chiamata dalla Polizia e Procura di Reggio Emilia “Angeli e Demoni” che rende bene l’idea dell’interno maligno e deplorevole mosso in questi mesi (qualora ovviamente tutto dovesse essere confermato dalle prime indagini, ndr): «Ore e ore di intensi ‘lavaggi del cervello’ durante le sedute di psicoterapia», è solo una delle accuse mosse dall’inchiesta reggiana – come riporta Repubblica – dove viene riportato come diversi bambini sarebbero stati suggestionati anche con l’uso di impulsi elettrici – spacciati alle piccole vite come «macchinetta dei ricordi» – in un sistema malevolo che avrebbe «alterato lo stato della memoria in prossimità dei colloqui giudiziari». L’accusa è di una gravità incredibile anche solo a scriverla: medici, politici, assistenti sociali, psicologi, psicoterapeuti di una Onlus di Torino e lo stesso sindaco Pd di Bibbiano sono raggiunti dalle misure cautelari eseguite stamani dai Carabinieri di Reggio Emilia.

LO SCANDALO DI BIBBIANO: BUFERA SUI SERVIZI SOCIALI, ARRESTATO SINDACO PD

Nasceva tutto dalla presunta “tutela dei minori abusati” con un modello spacciato dunque per sano e benevolo nei confronti di quei bambini scelti invece come merce di scambio per poterli poi “affidare” a conoscenti e amici: come riporta Reggioline.com, i bambini furono allontanati dalle famiglie rispettive con ingannevoli modalità e mendaci attività «disegni dei bambini artefatti attraverso la mirata aggiunta di connotazioni sessuali, terapeuti travestiti da personaggi “cattivi” delle fiabe messi in scena ai minori in rappresentazione dei genitori intenti a fargli del male», spiega ancora il quotidiano locale. Non solo, vi sarebbero stati anche falsi ricordi di abusi sessuali ingeneranti con gli elettrodi per far pensare ai bambini di essere stati violentati così da costringere il giudice a “compassione” per affidarli ad altri famiglie, in accordo ovviamente con tutta questa infernale struttura alle spalle. In questo scenario che oseremmo definire scempio, secondo l’accusa i servizi sociali omettevano di proposito di consegnare ai bimbi le lettere e i regali che i loro genitori mandavano quotidianamente: i carabinieri hanno trovato tutti questi oggetti in un magazzino dove venivano accatastati, in uno scenario dall’inquietante rimando alle camerate dei campi di concentramento nazisti o sovietici dove venivano ammassati gli oggetti e i ricordi delle vittime. Secondo quanto riporta Repubblica su fonti della Procura di Reggio, tra gli affidatari dei bimbi anche titolari di sexy shop, persone con problematiche psichiche e con figli suicidi; la lista delle accuse per questi 18 personaggi è lunghissima e a vario titolo, frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamenti su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso.