L’ipotesi di introdurre l’obbligo di indossare le mascherine Ffp2 per gli asintomatici, a cui però verrebbe tolta la quarantena, sta facendo discutere. Non per la misura in sé, ma per le possibili conseguenze per coloro che non rispetteranno tale norma che, è bene precisarlo, non è né stata introdotta né confermata. Si tratta appunto di un’ipotesi a cui si sta lavorando in attesa di nuove regole. Per i trasgressori, quindi gli asintomatici senza mascherine, dovrebbe essere previsto l’arresto, col rischio di finire in carcere da 3 a 18 mesi, e l’ammenda da 500 a 5mila euro. Dovrebbe rientrare nella circolare del ministro della Salute Roberto Speranza, ancora in lavorazione.
A riportare l’indiscrezione del rischio arresto per gli asintomatici senza mascherine anche Open, secondo cui l’idea di abrogare la quarantena per gli asintomatici si accompagna a quella della stretta. Di conseguenza, chi viene “beccato” senza mascherine sarebbe sanzionato sia penalmente che dal punto di vista pecuniari, come peraltro attualmente è previsto attualmente per chi infrange l’obbligo di isolamento domiciliare. Infatti, ad oggi le sanzioni prevedono proprio l’arresto da 3 a 18 mesi e un’ammenda da 500 a 5mila euro.
“ARRESTO PER UNA MASCHERINA?”
Questa indiscrezione sul rischio di arresto per gli asintomatici senza mascherine ha generato diverse polemiche su diversi aspetti. A partire dalla questione controlli: chi li effettuerà? Come funzioneranno? Le forze dell’ordine potranno accedere in tempo reale ai dati sanitari? Se lo chiede anche l’avvocato Alessandra Devetag sulle colonne de La Verità. «Per comminare una sanzione come arresto e/o ammenda, occorre introdurre un reato contravvenzionale, con conseguente apertura di procedimento penale e slittamento della esecuzione pena all’esito dello stesso. Tutto questo per una Ffp2 non indossata da una persona senza sintomi?».
Peraltro, le forze dell’ordine, che dovrebbero essere impegnate contro piccoli e grandi crimini, si ritroverebbero coinvolte in questa nuova attività di controllo? L’avvocato Devetag ricorda che «la più recente richiesta di documentazione a supporto dell’obbligo di mascherina, avanzata nel maggio scorso al ministero da un gruppo di cittadini», ha ricevuto come risposta «Questa amministrazione, per quanto di com- petenza, non è in possesso della specifica documentazione richiesta», a firma di Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute.