Tanti i messaggi di cordoglio per la scomparsa di Arrigo Levi, personalità che ha scritto pagine importanti della storia del giornalismo italiani. Politici, giornalisti e semplici seguaci stanno omaggiando sui social network l’ex direttore de La Stampa, venuto a mancare all’età di 94 anni, e particolarmente toccante è il ricordo di Monsignor Paglia. Intervenuto ai microfoni del Corriere della Sera, il presidente della Pontificia Accademia per la vita e consigliere spirituale della Comunità di sant’Egidio ha ricordato la frequentazione con il giornalista iniziata negli anni Ottanta: «[…] Arrigo si definiva un non credente ma aggiungeva anche di avere fede nell’Uomo. Perché, questa era la tesi di Levi, c’è una fede in Dio ma c’è anche una fede nell’Uomo. Tante furono le sollecitazioni dopo questa sua affermazione che alla fine decise di scrivere il suo libro “Le due fedi”». (Aggiornamento di MB)
MORTE ARRIGO LEVI, IL RICORDO DI SERGIO MATTARELLA
Il mondo del giornalismo in lutto per la morte di Arrigo Levi. Un «giornalista colto e raffinato, direttore autorevole». Così lo descrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio di cordoglio inviato a Donatella Levi, figlia del giornalista. «Ho appreso con tristezza la notizia della scomparsa di suo padre Arrigo», ha esordito il Capo dello Stato. Poi ha ricordato il ruolo di «stimato consigliere della Presidenza della Repubblica sotto i Presidenti Ciampi e Napolitano», ma anche il suo racconto dell’età contemporanea. «Lo ricordo anche per la passione civile che lo ha animato sin da giovanissimo e per l’inconfondibile tratto umano, affabile e signorile». Dolore esprime anche Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna. «Con Arrigo Levi se ne va un testimone ineffabile della storia del Novecento, un modenese che ha dovuto lottare contro le leggi razziali fasciste e che ha saputo raccontare il mondo in modo onesto e appassionato. Se ne va un altro grande emiliano-romagnolo, che da questa terra partì per raccontare il proprio tempo». (agg. di Silvana Palazzo)
ARRIGO LEVI, PRIMO GIORNALISTA CONDUTTORE TG IN TV
Arrigo Levi, grandissimo giornalista scomparso oggi all’età di 94 anni, è legato in maniera indissolubile alla televisione oltre che alla politica e alla carta stampata. Fu proprio lui, infatti, il primo giornalista a condurre un telegiornale in Italia. Il nome di Levi, inoltre, è associato a numerosi programmi in particolare negli anni ’80 e ’90 per la Rai, la televisione pubblica, ma anche per Canale 5. Nel 1981 curò ‘Tam Tam’, quindi ‘Punto sette’ e ‘Punto sette, una vita’. Per la televisione di Berlusconi ha invece guidato il programma ‘Tivù Tivù’ con Angelo Campanella, nel periodo che andava dal 1987 al 1988, mentre successivamente era ritornato in Rai con le varie trasmissioni ‘I giorni dell’infanzia’ (1993), ‘Emozioni Tv’ (1995) e ‘Gli archivi del Cremlino’ (1997, anche autore). Infine nel 1999 la conduzione del programma ‘C’era una volta la Russia’, lui che più volte era stato inviato nell’ex Unione Sovietica. “Quando aveva sentito approssimarsi la fine ha cantato l’inno d’Israele e una filastrocca modenese”, così lo ricorda Clemente Mimum. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ARRIGO LEVI È MORTO, GIORNALISTA AVEVA 94 ANNI: “CANTÒ INNO ISRAELE IN OSPEDALE”
E’ morto all’età di 94 anni il giornalista e scrittore Arrigo Levi. Lutto oggi nel mondo del giornalismo italiano, come riporta Repubblica.it che ne dà l’annuncio. Levi era nato a Modena nel 1926, nel 1942 fu costretto all’esilio insieme alla sua famiglia per via delle leggi razziali contro gli ebrei. La sua carriera nel mondo del giornalismo ebbe inizio a Buenos Aires e fu corrispondente da Mosca prima per il quotidiano Corriere della Sera e poi per Il Giorno. Dopo una breve esperienza in Rai, Levi tornò alla carta stampata prima come inviato e poi come direttore de La Stampa. Nel corso della sua carriera ha assunto anche il ruolo di consigliere per le relazioni esterne del Quirinale con i presidenti Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. Per il quotidiano La Stampa lavorò dal 1973 al 1978. Furono anni importanti descritti da Arrigo Levi così: “I cinque anni e mezzo trascorsi a Torino sono stati i più intensi della mia carriera. Anni duri e drammatici, segnati dal terrorismo e dalla morte di amici carissimi”, raccontò durante una lectio magistralis al ricevimento del Premio Casalegno.
ARRIGO LEVI È MORTO: L’ADDIO SUI SOCIAL
Grave lutto nel mondo del giornalismo italiano ed internazionale in seguito alla morte di Arrigo Levi. Secondo quanto riferisce Leggo.it, il decesso sarebbe sopraggiunto nella notte nella sua abitazione romana. Il giornalista, scrittore e conduttore televisivo era tornato a casa dopo un lungo ricovero dovuto a problematiche legate all’età. Mentre era in ospedale, racconta ancora Leggo, dopo aver iniziato a sentire l’approssimarsi della sua fine Levi aveva cantato l’inno di Israele e una filastrocca modenese, legata probabilmente alla sua infanzia. I funerali del giornalista si terranno in forma privata nei prossimi giorni proprio nella sua città natale, Modena. Tanti, in queste ore, i messaggi di cordoglio via social rivolti al giornalista scomparso, come Ezio Mauro che scrive su Twitter: “Ciao Arrigo Levi, l’eleganza del giornalismo” e Bruno Vespa: “Addio Arrigo Levi. Grande giornalista, grande servitore dello Stato, grande gentiluomo. Da direttore del tg1 gli affidai gli editoriali durante la guerra a Saddam del ‘91. Ne rimase colpito. “Sai, sono ebreo…”. Fu la scelta migliore”.