Arrigo Sacchi e Silvio Berlusconi hanno scritto pagine indelebili della storia del Milan. Una storia che ha fatto sognare e continua a far sognare migliaia di tifosi. Ne è ben conscio l’ex allenatore rossonero, che ricorda ancora con grande nitidezza quella prima volta in cui Silvio Berlusconi gli si avvicinò per proporgli la panchina del Milan. Una scelta sicuramente audace e coraggiosa, nella quale solo l’allenatore e l’allora presidente del Milan, Silvio Berlusconi, credevano ciecamente.
“Io rimasi stupito ed esclamai ‘O voi siete dei geni o siete dei pazzi. Spero la prima, per il bene di tutti!’”, ricorda Sacchi, ripercorrendo tutte quelle tappe trionfali che dal 1987 in avanti cambiarono per sempre al storia del Milan. “Mi disse che saremmo dovuti diventare la squadra più forte del mondo, io gli risposi che mi sembrava riduttivo”, ha ricordato ancora il mister in una bella intervista sulle pagine de il Giorno.
Silvio Berlusconi tentò di riaprire un ciclo vincente con Arrigo Sacchi al Monza: “Mi offrì la panchina, ma…”
Un legame incredibile quello tra il tecnico e l’uomo d’affari con la testa nel pallone, che fu tentato di ripercorrere quel ciclo quando comprò il Monza. “Mi offrì la panchina del Monza nel 2020 e per convincermi mi mise a disposizione una villa con maggiordomo ma dissi no”, ammette Sacchi.
Così quando Silvio Berlusconi è morto, un pezzo del suo cuore e della sua vita calcistica e professionale se ne è andato per sempre. Non a caso l’ex allenatore non è riuscito a trattenere le lacrime il giorno del funerale, né a colmare il dolore enorme provocato dalla sua scomparsa. “Avevo pianto solo per la morte di mia madre, ho pianto per lui. Non ci volevo credere, non me lo aspettavo, provo un dolore enorme […] era un uomo capace di ridere, perché amava molto ridere”, le sue parole.