Non è una bella notizia, per tutti quanti pensano che la riduzione dei contagi e dei decessi stia finalmente allontanando la pandemia di Covid. Secondo Andrea Amon, direttrice dell’Agenzia europea responsabile della consulenza ai governi sul controllo delle malattie (ECDC), l’immunità che stiamo registrando in questo periodo è tra il 2 e il 14%, molto poco. Questo, ha aggiunto in una intervista esclusiva al quotidiano inglese The Guardian, la sua prima con la stampa da quando è cominciata la pandemia, significa che tra l’85 e il 90% delle persone sono ancora a rischio: “Il virus è intorno a noi, circola molto di più che negli scorsi gennaio e febbraio”. Dobbiamo essere realistici e non rilassarci davanti a questo quadro, ha spiegato. C’è da chiedersi, piuttosto, ha detto ancora, quanto grande e quando arriverà la seconda ondata.



TROPPA MANCANZA DI OSSERVAZIONE DELLE REGOLE

Il 2 maggio, ha detto, l’Europa nel suo insieme aveva superato il picco delle infezioni: “I governi europei hanno iniziato ad allentare le restrizioni di blocco, alcuni nella misura in cui i bar e i ristoranti riapriranno presto, altri un po’ più provvisoriamente. Boris Johnson ha modificato il suo messaggio ai britannici dal “rimanere a casa” allo “stare all’erta” e sta cercando di rimandare gli alunni nelle scuole tra due settimane”. Quello che invece sta accadendo in Italia lo vediamo tutti: una riapertura quasi totale e la possibilità di uscire di casa, un liberi tutti, con poche norme di sicurezza. Per la signora Ammon solo se le persone rispetteranno le regole e manterranno la distanza di sicurezza si potrà evitare la seconda ondata, “ma sto osservando in inquietante indebolimento della determinazione della gente. Ora che le infezioni stanno diminuendo, la gente pensa che sia tutto finito, ma non è così”. Il Regno Unito ha il più alto livello di decessi in Europa, con 35.341, seguito da Italia (32.169) e Francia (28.022).

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