La tecnologia sta cercando di addentrarsi in ogni ambito lavorativo. E ora potrebbe entrar a far parte anche dell’agricoltura. Così ecco spuntare il robot agricoltore. Si chiama ‘Titan’ e tra pochi anni lo vedremo lavorare nei campi al posto dei normali agricoltori. Le sue origini sono americane. È stata infatti la società Farm Wise ad averlo creato e ad averne avviato la sperimentazione. L’aspetto è simile ad un comune trattore, ma in realtà vanta una maggiore leggerezza ed è dotato di un computer di bordo che riesce a ‘scannerizzare’ le piantagioni che incontra sul suo cammino e a distinguerle dalle erbacce.



In pochi secondi, una volta riconosciuta la piantagione, la sua tecnologia crea un’immagine digitale e comincia ad azionare una lama con cui eliminare la vegetazione diversa dalle coltivazioni. Una vera rivoluzione quindi, che risparmia tutto quell’insieme di attività massacranti cui è di solito costretto chi svolge lavoro nei campi, sottoposto anche a temperature climatiche non propriamente agevoli. Il robot agricoltore farà il duro lavoro.



Che fine faranno i contadini col nuovo robot agricoltore?

Innegabili i vantaggi che un robot di tale entità possa apportare nell’ambito dell’agricoltura. Quando però si inizia a sostituire la figura umana con nuove tecnologie computerizzate è inevitabile pensare alla futura non necessità dell’uomo a ricoprire quella mansione. La tecnologia e l’intelligenza artificiale potrebbero entrare a far parte delle nostre vite e dei vari settori produttivi in maniera talmente invadente da rendere inutile la presenza dell’uomo. Ma sarà davvero così? Italia Oggi ha infatti riportato i dubbi dei sindacati americani, che a Usa Today hanno infatti espresso di volerci vedere chiaro in merito all’utilizzo del robot agricoltore. Sicuramente avrà bisogno di essere affiancato da programmatori ed esperti informatici, ma i contadini che ruolo avranno?



I robot vengono utilizzati per rendere più sicuro il lavoro agricolo e ridurre il carico sui corpi delle persone oppure è un altro strumento per massimizzare i profitti alle spalle dei lavoratori agricoli?” Questo è l’interrogativo sollevato da Antonio De Loera-Brust, direttore delle comunicazioni della sigla sindacale United Farm workers of America, che ha anche aggiunto l’intenzione di voler dare voce in capitolo agli agricoltori sull’implementazione dei robot.