Ma proprio due giorni prima della finale dei campionati del mondo? Non doveva succedere! Gli dei del calcio avrebbero dovuto capire che la tua presenza era essenziale in questa finalissima, il tuo parere aspettato da tutti, la tua analisi fonte di discussioni sportive.
Dire che eri un lottatore è riduttivo, perché non lo eri solo con la forza fisica, ma soprattutto con la testa. Nel tuo campo sei stato un grande, hai sempre svolto i tuoi compiti con misura, intelligenza e giovialità.
Hai capito che il calcio è, principalmente, uno sport e chi vi opera è un privilegiato, perché vede da vicino e partecipa a uno spaccato importante della nostra società.
Ricordo il tuo “pari o dispari” con Adriano per battere una punizione risultata, come spesso, vincente. Tutti ti vedono arretrare il pallone su una punizione, perché tu privilegiavi le battute ad almeno dieci metri dall’area avversaria per far partire, col tuo sinistro dorato, palloni che parevano destinati a sorvolare la traversa… e invece, improvvisamente, scendevano nella porta avversaria. In quell’occasione Boban, che ti conosceva, reclamava con l’arbitro per l’arretramento del punto di battuta, solitamente succede il contrario. E fu rete.
Quante volte hai ripreso Balotelli per insegnargli a battere punizioni e calci d’angolo: quanta pazienza, ma alla fine hai vinto, e il ragazzo ha imparato.
Volevi apparire un duro, ma la tua indole era di portare rispetto a tutti: serietà, mai durezza.
Hai combattuto con la malattia, hai anche pianto, ma nulla ti ha fermato dallo svolgere il tuo dovere quotidiano.
I tifosi di tutte le squadre che hai allenato o in cui hai giocato, da ultima l’Inter di Mancini, ti ricordano con grande affetto.
Sapevi divertirti e far discutere, sempre con un grande senso di autoironia.
Scusami, caro Sinisa, se mi sono permesso di usare il “tu”, ma quando muore un “grande” come te, a ciascuno di noi pare sia venuto a mancare un familiare.
Ora leggeremo l’autobiografia che hai da poco terminato.
Grazie di tutto, Sinisa Mihajlović, arrivederci e ti sia lieve, come in un campo di calcio, la terra.
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