Dopo la penitenza e il lungo percorso, forse arido e certo faticoso della conversione, è giunto il tempo per la Maddalena dell’amore autentico, compiuto, totalizzante, un amore che non conosce ostacoli e ripensamenti, ma si consegna senza riserve all’amato come alla verità ultima di sé, una verità da affermare incondizionatamente per poter finalmente esistere.
Caravaggio intercetta il dramma di questo travaglio e lo trasferisce sulla tela proponendoci, con Maria Maddalena in estasi, un’immagine di potente pathos teatrale oltre che umano.
Attribuita nel 2014 con assoluta certezza al Merisi dall’allieva di Longhi, Mina Gregori, quest’opera pare viaggiasse in compagnia del suo autore poco prima della morte, sulla spiaggia di Porto Ercole: “Madalena reversa di Caravaggio a Chiaia ivi da servare pel beneficio del Cardinale Borghese di Roma”. Questa la dicitura che accompagnava la tela successivamente scomparsa e solo recentemente, appunto, ritrovata.
Sospira, la Maddalena, mentre l’oscurità tutta caravaggesca dello sfondo ne esalta oltremodo la figura, fino quasi a scolpirla in un atteggiamento di sofferto abbandono e di implorante attesa.
Lo scranno, coperto da un drappo rosso, sostiene solidamente la donna consentendole di assecondare, con singolare naturalezza, la vertigine propria dell’esperienza mistica che sta vivendo. Il capo arrovesciato, rivolto ad un interlocutore invisibile e tuttavia presente, svela, pur nel palese deliquio, una condizione di totale appagamento e di raggiunta soddisfazione: il volto acceso, le labbra appena scostate, gli occhi socchiusi, sembrano voler tacitamente gridare che niente può spegnere il desiderio di un cuore innamorato.
È una scena d’amore dunque quella che Caravaggio fissa sulla tela. La Maddalena non intende affatto rinunciare alla sua provocatoria bellezza: semplicemente non la mette più a tema, non è più quella ad interessarla. La scollatura profonda, solo in parte coperta dal pesante panneggio dell’abito e dalla lunga chioma di capelli castani, è priva di ogni malizia come la nudità di Eva prima della caduta.
Anche le mani intrecciate in una compunta e docile consegna, spengono in un abbraccio trattenuto l’impeto di un amore antico e ormai purificato per sempre.
Niente distoglie più la donna da Colui che ha saputo finalmente colmare il vuoto disperato del suo cuore inquieto. Il niveo candore della spalla e del collo illuminati dalla luce che, non a caso, Caravaggio fa spiovere proprio lì, ci documentano ancora una volta la genialità umana dell’artista: vivendo in sé stesso il tormento di quella lotta, sfida noi pure ad ingaggiarla, per cedere, come la Maddalena, all’irresistibile fascino del primo amore.
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