In un periodo culturale in cui molte mostre ci propongono un’arte difficile, a volte incomprensibile, proiettata in un improbabile futuro e che ci rimanda alla domanda “cosa sia arte e cosa non lo sia”, due importanti eventi dirigono il nostro sguardo verso un periodo affascinante come il Medioevo, in cui si sono formate le radici di quella realtà che ancora chiamiamo Europa. Il primo in Italia, a Santa Croce a Firenze, dove sui ponteggi della cappella Bardi si sta completando il restauro degli affreschi di Giotto e aiuti dedicati alla vita di san Francesco. Sono gli affreschi più noti sulla vita del santo dopo quelli di Assisi. I restauri, iniziati nel 2022 dall’Opificio fiorentino delle Pietre Dure, si concluderanno nell’autunno del 2025, anche se il cantiere dovrebbe essere fin da ora disponibile a mostrare l’opera ai visitatori.



Ci spostiamo in Francia, dove in una delle cattedrali più famosa al mondo, quella di Notre Dame di Chartres, dopo 25 anni si sono conclusi i lavori di ripristino delle murature, anche se non senza qualche polemica sulle tinte utilizzate, troppo chiare e moderne rispetto alle antiche patine. Poi l’occhio si abituerà, così come è stato per la Cappella Sistina di Michelangelo e per la cupola di san Pietro. Anche qui il nuovo avanza e noi siamo forse troppo abitudinari. Ma è segno che il passato conta.



A Chartres è stata riaperta anche la rinnovata Stanza Capitolare e la Sala del Tesoro, con oltre 150 oggetti sacri esposti. E una sorpresa. Forse per ragioni di sicurezza, non lo sappiamo, manca la reliquia più importante, quel Velo della Vergine tessuto nel bisso che, secondo la tradizione, Maria portò al momento del parto e sul calvario. La preziosissima reliquia detta “Sancta Camisia” fu donata a Carlo Magno dalla chiesa di Gerusalemme e il suo successore Carlo il Calvo ne fece omaggio a Chartres. Durante l’incendio che devastò la primitiva chiesa romanica di Chartres il velo scomparve, ma poi fu ritrovato prima che l’attuale cattedrale risorgesse sulle ceneri dell’antica nel 1193. Il Velo della Vergine rappresenta una delle reliquie più importanti non solo di Chartres ma dell’intera cristianità. Come mai non sia esposto nel nuovo allestimento non lo sappiamo, ma la storia, quella vera, continua.



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