Artem Tkachuk, star della fiction Rai ‘Mare Fuori’, parla con sincerità del suo profondo rapporto con la fede e con Dio. Di origini ucraine ma trasferitosi a Napoli da bambino assieme alla famiglia, Artem Tkachuk è cristiano ortodosso. “I miei genitori sono credenti, mi hanno educato alla fede ma è stato soprattutto negli ultimi tempi che ho iniziato a vivere con più intensità il mio rapporto con Dio – ha svelato l’attore alla rivista Credere – Sono molto grato al Signore perché quando sei nell’oscurità più buia, è difficile avere coraggio e credere nella luce. Io però ho chiesto coraggio a Dio e Lui me lo ha dato”. Infatti, come spiega lui stesso, “tutto quello che sto realizzando lo avevo chiesto nella preghiera: Dio mi ha ascoltato”.



Artem Tkachuk riconosce che “nel mio piccolo ho sperimentato la salvezza nell’arte che, per me, comprende anche Dio” e afferma che Lui “non poteva donarmi una città migliore: Napoli è stupenda, e ci stanno pure il Vesuvio e la pizza! È la città che mi ha cresciuto e reso uomo. Però non vivevamo certo nel lusso: spesso mio padre non era a casa, facevamo fatica ad arrivare a fine mese o a comprare un paio di scarpe. All’inizio poi mi mancava l’Ucraina: scappavo dalla finestra per non andare a scuola!”.



Artem Tkachuk “guerra in Ucraina? Non provo odio, solo dolore”

Oggi, all’età di 22 anni, Artem Tkachuk ha un grande obiettivo, confessato tra le pagine di Credere: “seguire il proposito di Dio sulla mia vita”, attenendosi al principio secondo cui “se costruisci bene il tuo presente, perché ti devi preoccupare del futuro?”. Il presente di Artem Tkachuk tiene però anche conto della guerra che da quasi un anno sta sconvolgendo la sua Ucraina, dove ha ancora nonni e parenti. “Sono molto preoccupato per loro e per tutti quelli che sono vittime dell’egoismo umano: la guerra non è altro che questo” afferma con lucidità, sottolineando che “il conflitto in corso fa scalpore perché è in Europa ma, se ci pensi, ci sono tante altre guerre nel mondo di cui nessuno si cura”. Ma non solo, perché “a scuola vedo gente orgogliosa di aver accolto in casa bambini ucraini ed è effettivamente un gesto bellissimo; peccato che quando sono arrivato io in Italia, alcuni a stento mi salutavano”.



In merito alla guerra, Artem Tkachuk spiega di non provare “odio. Né rabbia. Ma solo molto dolore: fa male. Una cosa però la so: l’unico modo con cui posso combattere per il mio Paese è essere la versione migliore di me stesso, dando il buon esempio. La vera salvezza è la conoscenza”.