Artem Uss, la presunta spia russa arrestata all’aeroporto di Malpensa il 17 ottobre scorso su richiesta degli Usa, secondo la Procura generale di Milano, guidata da Francesca Nanni, Uss sarebbe dovuto restare in carcere, senza finire ai domiciliari, indipendentemente dalla nota del Dipartimento di giustizia statunitense inviata il 29 novembre per segnalare il pericolo di fuga dell’uomo. L’Fbi ne aveva chiesto l’estradizione: la richiesta è stata inviata al ministero della Giustizia italiano. Come spiega La Verità, l’istanza inviata non sarebbe stata accompagnata da una parallela segnalazione ai servizi di intelligence.



Nei documenti americani, Uss non viene definito una “spia” ma un soggetto destinatario di richiesta estradizionale. La Procura generale aveva chiesto che rimanesse in carcere, in attesa della decisione sulla sua estradizione. Al russo non erano stati concessi i domiciliari dalla Procura ma la Corte d’Appello, il 25 novembre scorso, con un provvedimento firmato dai giudici Monica Fagnoni, Micaela Curami e Stefano Caramellino, aveva stabilito invece di poter scontare la propria pena in casa.



Artem Uss, il nodo della lettera

Artem Uss, ai domiciliari e con braccialetto elettronico e in attesa della decisione sull’estradizione verso gli Usa, è scomparso il 22 marzo scorso, dopo l’ok della Corte milanese al trasferimento negli Stati Uniti. Dopo la fuga, è ricomparso il 4 aprile nella Capitale russa. Il dito è stato puntato su Nordio, che non avrebbe inoltrato a Milano la nota inviata ai suoi uffici dalle autorità Usa sul pericolo di fuga, ma solo la sua risposta del 6 dicembre. La lettera era del 4 dicembre, quattro giorni dopo che la Corte milanese aveva disposto domiciliari. Il Ministero della Giustizia italiano, quattro giorni dopo, rispose rassicurando gli Usa sulla presenza del braccialetto.



Come sottolinea La Verità, ieri la Procura generale ha sottolineato come gli elementi fossero sufficienti affinché i magistrati chiedessero che Uss restasse in carcere. Secondo i procuratori, però, i domiciliari non avrebbero scongiurato il rischio di fuga. La Procura è ora in attesa di una relazione da parte della sulla ricostruzione della vicenda, che possa stabilire di chi sia la responsabilità della fuga di Uss.