ARTICOLO SUI RAVE PARTY, LA NOTA DEL VIMINIALE E LA CONTRO-REPLICA DI LETTA
Dopo le forti polemiche politiche mosse dalle opposizioni contro il Governo Meloni e in particolare contro la decisione del Ministro degli Interni Matteo Piantedosi sull’articolo 434-bis del codice penale (dal nuovo Decreto “contro” i rave party), è il Viminale ad intervenire con una nota giunta all’Adnkronos. «La norma anti-rave illegali interessa una fattispecie tassativa che riguarda la condotta di invasione arbitraria di gruppi numerosi tali da configurare un pericolo per la salute e l’incolumità pubbliche. Una norma che non lede in alcun modo il diritto di espressione e la libertà di manifestazione sanciti dalla Costituzione e difesi dalle Istituzioni», informano fonti qualificate del Viminale dopo le polemiche sul decreto anti-rave.
Le precisioni del Ministero non placano però la polemica, con il segretario del Pd Enrico Letta che torna alla carica e sui social scrive «Le precisazioni del Viminale sulla questione rave party non cambiano la questione giuridica che abbiamo posto. Anzi, la precipitosa e inusuale precisazione conferma che hanno fatto un pasticcio. Che si risolve solo col ritiro della norma. #NoArt434bis». Per il presidente di PiùEuropa, Riccardo Magi, la decisione del Governo è alquanto pericolosa: «La lettura del testo rivela una norma molto diversa dal provvedimento specifico sui Rave che è stato evocato nella conferenza stampa di ieri dalla presidente Meloni e dai suoi ministri. Si tratta di una norma talmente generica e a maglie così larghe che potrà trovare applicazione nei casi più disparati e con grande discrezionalità. Una legge dal sapore putiniano». (agg. di Niccolò Magnani)
ARTICOLO 434-BIS, BUFERA SUL DECRETO ANTI-RAVE
Bufera sull‘articolo 434-bis di riforma del Codice Penale introdotto dal decreto del governo Meloni. Il primo a sollevare dubbi è stato Andrea Orlando, ex ministro della Giustizia e del Lavoro, secondo cui potrebbe essere usato anche per altro, oltre a sottolineare che le pene sono spropositate. La nuova norma, introdotta per contrastare i rave illegali, come stabilito dal Consiglio dei ministri su proposta del ministero dell’Interno, potrebbe essere applicabile anche per altro secondo il Pd. Dopo Orlando, è intervenuto Enrico Letta: “Il governo ritiri il primo comma dell’articolo 434-bis di riforma del Codice Penale. È un gravissimo errore. I rave non c’entrano nulla con una norma simile. È la libertà dei cittadini che così viene messa in discussione“. Nella relazione illustrativa si fa riferimento agli eventi musicali.
La legge punisce con pene da 3 a 6 anni di carcere e una multa da mille a 10mila euro, con eventuale sorveglianza speciale per gli organizzatori, ma comunque sequestro obbligatorio di tutti gli strumenti usati dagli organizzatori, chi programma l’invasione di terreni ed edifici privati e pubblici con lo scopo di fare raduni con oltre 50 persone da cui potrebbero derivare pericoli per l’ordine pubblico, incolumità e salute pubblica. Da più parti si esprime il timore che l’articolo 434-bis possa in realtà essere applicato in altri ambiti, perché col termine “raduno” non si fa riferimento solo a eventi musicali non autorizzati.
BONELLI SU DECRETO “LEGGE LIBERTICIDA E FASCISTA”
L’articolo 434-bis, che prevede comunque pene ridotte ai partecipanti, secondo le opposizioni potrebbe essere contestato anche per occupazioni di edifici in ambito scolastico, emergenza abitativa o manifestazioni non autorizzate. Come evidenziato dal Corriere della Sera, ad esempio, per “terreno” potrebbe essere considerato ogni luogo all’aperto dove si organizzano sit-in abusivi o comunque non preavvisati alle Questure. “Ho studiato attentamente la norma sui rave presentata da Meloni e Piantedosi e posso affermare che con questa disposizione i rave non c’entrano nulla, invece verranno colpite le manifestazioni di protesta che possono andare da occupazioni di università, scuole, mobilitazioni per questioni ambientali“, ha dichiarato Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra. “È una norma liberticida e fascista che addirittura prevede una pena di sei anni con introduzione di misure restrittive che normalmente si applicano ai mafiosi“.
ARTICOLO 434-BIS, IL CASO INTERCETTAZIONI
C’è poi il tema delle intercettazioni. La premier Giorgia Meloni ha negato che ciò sarà possibile: “Quelli so’ ragazzi. Se lo facessimo, rischieremmo di equipararli ai reati di mafia e terrorismo“. Invece per i penalisti le intercettazioni sarebbero possibili. “Non comprendo perché il premier Meloni abbia voluto rivendicare di non avere dato il via libera alle intercettazioni dal momento che questo reato prevede pene superiori ai cinque anni“, ha dichiarato Gian Domenico Caiazza, presidente delle Camere Penali. Ancor più chiaramente ha spiegato che “la pena superiore ai cinque anni consente che possano essere disposte intercettazioni e – riporta il Corriere –, secondo me, anche nei confronti dei partecipanti“. Ma dopo il duro attacco di Enrico Letta, è arrivata la replica di Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture: “Un PD ormai in confusione totale difende illegalità e #raveparty abusivi, chiedendo al governo di cambiare idea. No! Indietro non si torna, le leggi finalmente si rispettano“.