QUIRINALE APRE ITER ARTICOLO 88 COSTITUZIONE: COSA VUOLE DIRE E COSA SUCCEDE ORA
Nell’annunciare l’apertura formale della crisi di Governo stamane, giovedì 21 luglio, il Quirinale ha sottolineato l’apertura dell’iter previsto ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione: dopo la caduta del Governo Draghi, con le dimissioni accettate dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Colle ha rilasciato un comunicato che “apre” lo scenario delle Elezioni anticipate nei prossimi mesi. «Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riceverà nel pomeriggio al Palazzo del Quirinale i Presidenti delle Camere, ai sensi dell’art. 88 della Costituzione»: ebbene, proprio citando quell’articolo specifico della Carta, significa che il Colle dà l’indizio principale per le Elezioni anticipate rispetto alla scadenza naturale della Legislatura (prevista per marzo 2023).
Cosa dice l’articolo citato dal Colle è alquanto semplice: «Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse. (Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura)». È l’articolo della Costituzione che descrive l’iter seguito dal Presidente della Repubblica nel caso di caduta di un Governo: certo, nell’opzione attuale lo scenario aperto dopo il voto di ieri al Senato è sostanzialmente inedita per la storia della Repubblica, in quanto il Governo non è stato sfiduciato in Parlamento e nemmeno ha ricevuto dimissioni dei Ministri. La scelta di Draghi è quella di una verifica per la tenuta dell’unità nazionale: la “rottura del patto”, dopo l’uscita dall’aula del Centrodestra e il non voto del M5s, è stata inevitabile.
ARTICOLO 88 COSTITUZIONE: SI APRE L’ITER PER ANDARE AD ELEZIONI
Tra i principali poteri del Capo dello Stato vi è appunto quello di sciogliere le Camere, definito dall’articolo 88 entrato in funzione in queste ore: con ogni probabilità il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella descriverà ogni prossimo scenario in un discorso alla nazione nelle prossime ore, con tanto di dettagli circa le motivazioni che hanno portato allo scioglimento ormai imminente delle Camere. Dagli obblighi della Carta, il Capo dello Stato è “obbligato a confrontarsi” con il presidente del Senato e con il presidente della Camera prima di firmare il decreto con cui scioglie anticipatamente una o entrambe le Camere, chiude la legislatura ed avvia il Paese anzitempo alle Elezioni.
Il confronto, che non è però vincolante per la scelta finale del Presidente, avverrà questo pomeriggio al Quirinale: alle ore 16.30 la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, alle ore 17 il Presidente della Camera Roberto Fico. Il Presidente della Repubblica può sciogliere le Camere – con le tempistiche non indicate dalla Costituzione, ci si affida per quello alle contingenti situazioni politiche del caso – in qualsiasi momento, tranne durante il “semestre bianco” ovvero negli ultimi 6 mesi del proprio mandato. Ultimo elemento, non da poco: se si arrivasse oggi allo scioglimento delle Camere, rientrerebbe come data possibile per le Elezioni anticipate anche domenica 18 settembre: tra quel weekend, quello successivo del 25 settembre e quello subito seguente del 2 ottobre si terrà il voto anticipato per le Elezioni Politiche nazionali. Fino alla data delle Elezioni, il Governo Draghi rimarrà in carica «per il disbrigo degli affari correnti», come indicato dalla nota del Quirinale: occorrerà capire quali interventi, Decreti e provvedimenti potrà ottenere comunque nei mesi di luglio e agosto e cosa invece dovrà essere rimandato giocoforza dopo il ritorno alle urne.