“Sono un’artigiana storica della fiera e per me questa è la fiera, è un appuntamento che attendo con ansia tutto l’anno. Credo che sia così anche per tutti gli artigiani che sono qua”.

Da vent’anni Ilenia Mancini ogni fine novembre-inizio dicembre parte dalla sua Pomezia per venire nei padiglioni dell’Artigiano in Fiera. Da sempre interessata alle arti creative e manuali, comincia da giovanissima ad appassionarsi alle creazioni di gioielli e accessori moda. Nel 2004, “incoraggiata dai genitori e nella consapevolezza di creare qualcosa di buono per il mio futuro grazie alla creatività”, abbandona gli studi in giurisprudenza e decide che quella passione sarebbe diventata il suo lavoro. Oggi, con il marchio da lei ideato Girablù, realizza pezzi unici, creazioni originali e innovative, grazie all’utilizzo di materiali nuovi, come ad esempio le resine, che spesso non vengono utilizzate per gioielli e bijoux.



A Ilenia viene quasi naturale dire che cosa rappresenta per lei Artigiano in Fiera: “È un punto di incontro con i miei colleghi, dove ci scambiamo idee e progetti per il futuro. È un punto di incontro con tutti i clienti, che ormai in questi vent’anni di partecipazione ho fidelizzato. Ed è anche un test importante, perché qui incontriamo tante persone di altre nazionalità, e quindi c’è la possibilità di verificare se il nostro lavoro è stato fatto bene. Qui c’è un pezzettino di cuore che condivido anche con l’organizzazione di Artigiano in Fiera. Per me – lo devo proprio dire – sono come una grande famiglia”. Perché? “Oltre al lavoro, c’è un’accoglienza a 360 gradi, una capacità di guardare alla persona”.



A Pomezia Ilenia Mancini ha un laboratorio “che non è aperto al pubblico”, quindi per lei le fiere sono decisive. “Ma Artigiano in Fiera è l’unico posto dove la gente può incontrare la mia faccia, avere con me un contatto diretto. È una finestra, importantissima, con il pubblico”.

Ad ascoltarla si capisce perché il claim dell’edizione 2019, non a caso, sia proprio “Piacere di conoscerti”. Ecco come descrive, partendo dalla sua ventennale esperienza, questo piacere: “Ascolto molto quello che i miei clienti mi dicono, perché le richieste del mercato sono fondamentali. Ho vissuto diverse evoluzioni nel mio lavoro, non solo riguardo alla moda o ai gusti delle persone, ma anche adattandomi alle diverse possibilità economiche di questi anni. Ma posso dire che non c’è stato un calo nelle vendite, perché ho avuto la capacità e la flessibilità di adattarmi rapidamente”.



Viene spontaneo chiederle: ma non è forse questo il segreto del lavoro artigianale? “Un bravo artigiano deve fare proprio questo. Sono passata da creazioni più complesse, con prezzi molto diversi, a creazioni più semplici, da 3 euro. E riesco a vendere entrambe. Partecipo a tante rassegne, ma questa è l’unica che accoglie un pubblico così imponente. La fiera è sempre stata affollata. Merito soprattutto di una comunicazione semplice quanto molto efficace: qui ci sono gli artigiani, incontri gli artigiani, compri dagli artigiani, e a prezzi che definirei accoglienti”.

Negli anni è cambiato anche il pubblico che affolla i padiglioni dell’Artigiano in Fiera? “Qui ci sono sempre clienti nuovi, sarebbe impossibile conoscerli tutti. Posso però assicurare che buona parte torna anno dopo anno, li conosco per nome, li rivedo volentieri e molte volte vengono qui proprio perché vogliono comprare qualcosa da me, una creazione mia. C’è proprio un affetto. Bellissimo”.

Che cosa si aspetta dalle prossime edizioni di Artigiano in Fiera? “Spero che nei prossimi anni non si perda il carattere umano della manifestazione, che rimanga così, conservando intatto questo calore. E ovviamente mi aspetto che la gente continui ad amare l’artigianato”.

Ilenia per vendere le sue creazioni utilizza anche internet e i social, strumenti che considera “necessari”, ma un po’ la spaventano. “È facile – spiega – vedere un oggetto su internet e comprarlo, però cosa hai comprato? Non lo sai. E poi su internet non puoi comprare la creatività, non puoi comprare l’emozione. L’unicità di un prodotto artigianale si percepisce indossandolo, è un’esperienza diversa. Quando vengono i miei clienti più affezionati vedono sempre quello che indosso e come lo indosso, intuiscono il modo in cui io l’ho pensato. Questo, secondo me, è l’influencer vero”.

Un’ultima domanda, Ilenia: cosa vuol dire essere artigiano oggi? “Mi confronto con persone semplici che ci mettono il cuore. Amo sentirmi e definirmi artigiana perché sono contenta quando riesco ad accontentare la persona che ho di fronte, quando riesco a mettergli tra le mani qualcosa che gli sta bene. È un po’ come dargli un pezzettino di me. Noi lavoriamo con le mani, che sono sì rovinate nonostante lo smalto, ma le amo anche così, perché in questo c’è il mio lavoro. E io sono orgogliosa di esserlo”.