Una grattugiata di tartufo dall’Umbria, un po’ di canapa dalle Marche, zafferano dalla Persia quanto basta e un assaggio di nacatole, il dolce fritto tipico della Calabria. Non stiamo parlando del nuovo menù per il pranzo di Natale, ma della ricetta della resilienza, cioè di quella capacità di resistere alle intemperie, trasformando le criticità in opportunità.



E’ quanto hanno fatto, in questi mesi di emergenza sanitaria ed economica, quattro micro-aziende artigianali, che saranno presenti ad Artigiano in Fiera, la “vetrina ideale dell’economia reale, quella dell’uomo al lavoro, dell’artigiano, simbolo appunto di resilienza, perno del nostro sistema produttivo”, come spiega Antonio Intiglietta, il patron della manifestazione, in programma a Rho Milano Fiera dal 4 al 12 dicembre, e che “offre la possibilità di scoprire e approfondire uno spaccato dell’economia che non si è mai fermata, che nel periodo più buio ha saputo reinventare, progettare un futuro diverso, aprire nuovi orizzonti in termini di produzione, di marketing, di innovazione tecnologica e di comunicazione”.



La passione per il tartufo

L’Azienda Giuliano Tartufi nasce da un hobby e da una passione di Giuliano Martinelli, quando da ragazzo, prima di iniziare il turno in fabbrica, andava ogni mattina nei boschi a cercare tartufi insieme alla sua inseparabile cagnolina.

Dal 1991 Giuliano decide di seguire la sua passione per dedicarsi esclusivamente alla ricerca e alla vendita di tartufo fresco, prima realizzando i prodotti in un piccolo laboratorio di Pietralunga, in provincia di Perugia, e subito dopo iniziando a partecipare ad alcune delle più importanti fiere italiane del settore: si specializza così nella commercializzazione di tartufo fresco e nella produzione di specialità alimentari a base di tartufo.



Con una particolarità: durante il Covid non ha mai chiuso il suo laboratorio nemmeno per un giorno. Anzi, ha approfittato di questo periodo per procedere a rimettere a posto il laboratorio e per studiare nuove ricette, per puntare sulla ricerca e su nuovi prodotti, per riorganizzare il magazzino. E non ha mai messo in cassa integrazione nessun dipendente.

Le scarpe vegane

A Monte Urano, nelle Marche, la patria delle scarpe Made in Italy, Risorse Future produce calzature dal 1955, senza mai smettere di puntare sulla qualità e sul design italiano. Dalla fine del 2010, dopo alcuni anni di crisi del settore, il calzaturificio ha dato vita a un progetto di calzature ecosostenibili, rispettose della natura, sia nei materiali usati che nei procedimenti di lavorazione. In questi dieci Risorse Future è approdato alla realizzazione di calzature fatte con materiali vegetali, soprattutto canapa e cotone, così da potersi definire completamente “animal-free”. E oggi questa produzione vegana ed ecosostenibile rappresenta un “must” per tutti coloro che sono alla ricerca di calzature “cruelty-free” e un marchio di riferimento per chi ha uno spirito ethical-fashion.

Nel corso della pandemia Risorse Futuro ha continuato a camminare per la sua strada, aprendo la vendita online e implementando l’attività di Ricerca & sviluppo dei materiali innovativi.

CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO  

Zafferano dalla Persia

Arman Edalatmanesh è un imprenditore di origini persiane: vive in Italia, ma trascorre diversi mesi in Iran dove raccoglie lo zafferano in pistilli iraniano chiamato “Rossoro”, una spezia al 100% biologica certificata, proveniente dai migliori produttori in Persia, e con un livello di qualità considerato il migliore al mondo. E’ stato lui a fondare Persepoli, un’azienda italiana con sede a Milano che si occupa della produzione e della distribuzione di zafferano di alta qualità.

Persepoli si occupa della fornitura diretta dello zafferano raccolto dai campi agricoli in Iran con diversi anni di esperienza e monitora tutte le procedure: dalla fase iniziale di coltivazione, raccolta e lavorazione fino alla fase finale dell’imballaggio che vengono realizzate dal nostro personale competente e qualificato.

L’azienda di Edalatmanesh può contare su un team di professionisti per esaminare la qualità dei prodotti nei laboratori certificati, nel rispetto di tutti i criteri chimici e microbiologici richiesti dai più avanzati standard internazionali, così da poter garantire sempre un prodotto di qualità superiore.

Anche questa giovane start up, durante il Covid, non si è fermata, iniziando a sviluppare una nuova box per il packaging, che verrà presentata proprio ad Artigiano in Fiera.

CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO

Dolcezze di Calabria: le Nacatole di Mammone Salvatore

Sono intrecciate a mano, una per una, con un bastone di legno nel rispetto dell’antica tradizione calabrese, fragranti di Bergamotto come solo Zia Marcella sa fare: così Le Nacatole di Zia Marcella al Bergamotto sbarcano all’Artigiano in Fiera dal 4 al 12 dicembre con la Città Metropolitana di Reggio Calabria. Il dolce tipico calabrese è fatto con farina, zucchero, uova, olio d’oliva e aroma di Bergamotto, tutti ingredienti naturali al 100%. Il procedimento? Le Nacatole sono intrecciate con il bastone, passate sul pettine del telaio per conferirgli particolari zigrinature e poi fritte nell’olio a 180° che ne assicura la croccantezza e la giusta friabilità. Le Nacatole sono dolci tradizionali calabresi che per la loro forma caratteristica prendono il nome della ‘naca’, la culla dei neonati. Anticamente venivano donate dai genitori dei futuri sposi come simbolo di invito alle nozze.

“Abbiamo puntato tutto sul Bergamotto Dop, l’agrume che più rappresenta la Calabria, per unirlo con la nostra tradizionale ricetta delle Nacatole ottenendo così un prodotto unico sul mercato, molto apprezzato”, spiega Marcella Oliva, l’artigiana che le produce. “Le Nacatole al Bergamotto sono fragranti, leggere, profumate con un aroma che si sente senza essere invasivo, questo perché utilizziamo l’olio essenziale, estratto a freddo dalla buccia, che esalta tutte le proprietà del Bergamotto anche quelle antiossidanti e antiinfiammatorie”, aggiunge Salvatore Mammone, titolare dell’azienda.

Le Nacatole di Zia Marcella sono disponibili anche all’aroma Anice e Mandorla. Se le Nacatole all’Anice testimoniano la ricetta calabrese originaria con la giusta doratura e croccantezza quelle alla Mandorla, invece, oltre all’aroma hanno dei pezzetti di frutta secca nell’impasto che le rende gustose al palato. Ottime a colazione, come merenda o a fine pasto, si abbinano benissimo con il caffè e il thè.

CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI