“Mi sono costruito una vita che mi piace e che mi rispecchia, una vita di illusioni. Io so che il mio spettacolo è un momento di evasione”: così Arturo Brachetti ai microfoni di Oggi è un altro giorno. Il celebre trasformista ha parlato della sua casa magica a Torino: “Ho una casa che è un parco giochi, a mia immagine e somiglianza. C’è una camera segreta, un muro che si sposta, porte che si aprono al contrario… L’ho fatto così, perché mi piace”.
Arturo Brachetti ha poi ricordato la sua infanzia e il suo dover fare i conti con il bullismo: “Ero timido e un po’ sfigato, mi mettevano in un bidone dell’immondizia… Ho pensato a una maniera per vendicarmi socialmente, così da avere un’arma segreta. Io sto meglio adesso nella mia pelle, che non sono più timido, rispetto a quando avevo 25 anni”. Il celebre artista ha poi rivelato: “Ho una sana follia, un po’ ci va, ma ce l’abbiamo tutti. Io la coltivo, perché è difficile mantenere il bambino qui dentro. Ogni tanto mi dico ‘fai una cazzat*’”. (Aggiornamento di MB)
Arturo Brachetti, chi è il più grande trasformista del mondo?
Arturo Brachetti è il più grande attore-trasformista del mondo, con una “galleria” di oltre 350 personaggi. Nato a Torino nel 1957, in una famiglia come tante: papà impiegato alla Fiat, mamma casalinga, quattro fratelli. “Ho vissuto in una Torino che negli anni ’60 era tristissima, grigia, con tanto smog. Da questo grigio mi è spuntato arcobaleno di colori dentro. A 11 anni ero magrolino, timidissimo, sfigatino. Mio padre, molto religioso, ha pensato: magari ha la vocazione. L’ha vista come una soluzione per me, così mi hanno messo in seminario, dove ci sono stato 6 anni”, ha raccontano a Optimagazine. In seminario conosce don Silvio Mantelli, un prete salesiano con l’hobby della prestidigitazione. In questo periodo, usando costumi presi in prestito dal teatro del seminario, si esibisce nel suo primo spettacolo di cambio rapido di ruoli. “Non è importante avere una vocazione religiosa, ma una vocazione e se la tua è quella di far sorridere, perseguila”, gli disse don Silvio, come racconta Brachetti al Corriere della Sera.
Arturo Brachetti, chi è il più grande trasformista del mondo?
Nel 1978, a 20 anni, lascia Torino per Parigi con una valigia, sei costumi e uno spettacolo di un solo numero. Da allora, Arturo Brachetti non si è più fermato, dando nuova vita all’arte del trasformismo, portata al successo da Leopoldo Fregoli agli inizi del ‘900 e di fatto scomparsa con la sua morte. La consacrazione avviene però negli anni ’90 con il one man show “L’uomo dai mille volti”, 80 personaggi con 100 cambi d’abito, con cui entra nel Guinness dei Primati come trasformista più veloce del mondo. In questi mesi Arturo Brachetti è in scena con lo spettacolo “Solo. The legend of quick-change”: “Porto sul palco 65 personaggi, fra grandi classici e novità. Da Jessica Fletcher del telefilm La Signora in Giallo che diventa Wonder Woman ai protagonisti de La Casa di Carta. È un varietà surreale, onirico, poetico e comico”, ha detto al Corriere della Sera. Nonostante la sua celebrità, Brachetti è sempre stato estremamente riservato sulla sua vita privata. In un’intervista rilasciata nel 2007 al magazine di La7 ‘Cognome E Nome’, aveva detto: “Omosessuale? È stato un periodo, peraltro felice, della mia vita. Ho fruito della vita in tutti i modi”. Da sempre si definisce “un eterno Peter Pan”.