La repentina chiusura delle scuole ha spezzato l’anno scolastico e soprattutto per chi è all’ultimo anno di un ciclo questa fine è sicuramente triste; ecco allora la proposta di Anna Ascani per un ritorno nella propria classe, con compagni e professori: “Vorrei dare la possibilità agli studenti delle ultime classi dei singoli cicli, la quinta elementare, la terza media, le quinte superiori, di potersi incontrare a scuola, se possibile anche nella loro aula, per celebrare l’ultimo giorno dell’anno scolastico 2019-2020“.



Questa è la proposta lanciata da Ascani, che è viceministro all’Istruzione per il Partito Democratico, nel corso di una intervista concessa a Repubblica.

Per chi sta concludendo un ciclo scolastico il Coronavirus ha certamente un effetto ancora più dirompente che per qualsiasi altro studente: basti pensare all’esame di maturità, magari un incubo ma senza dubbio anche una pietra miliare nella vita di chiunque ci è passato – e anche in quinta elementare o in terza media, ciascuno in rapporto alla propria età, il momento di passaggio e di fine di un ciclo sarà quest’anno decisamente anomalo.



ASCANI: LA MIA PROPOSTA PER LA FINE DELL’ANNO SCOLASTICO

Ecco allora che il viceministro Anna Ascani ritiene fondamentale che studenti e professori si ritrovino ancora a scuola per celebrare la fine della quinta elementare, della terza media oppure della quinta superiore.

Anzi, se l’incontro non potrà essere possibile in classe, ecco che si potrebbe pensare a una piccola “gita” (altro buco nero per le classi finali dell’anno scolastico 2019-2020): “Se proprio non si potrà dare il via libera per un incontro a scuola, immaginiamo allora un museo: l’ultima visita di istruzione nell’anno in cui gite e mostre sono saltate per l’emergenza. I Comuni, rappresentati dall’Anci, la pensano come me”, sottolinea Ascani.



L’esponente del PD ritiene poi fondamentale che a settembre la ripartenza della scuola sia più ‘normale’ possibile: “Si deve tornare in classe senza subordinate” e “l’anno deve partire in presenza, in modalità quasi esclusiva”, con l’ipotesi di lezioni a distanza solamente per gli studenti delle scuole superiori”. Anna Ascani infatti ritiene che “sotto i 14 anni la riproposizione della didattica da remoto allargherebbe un deficit culturale che già abbiamo registrato da marzo ad oggi”.