Veneziale: “Stati Uniti costruiti sulla schiavitù e sul genocidio”

Deborah Veneziale, giornalista americana che vive in Italia, ha rilasciato un’intervista al quotidiano cinese Global Times (GT), dialogando con la giornalista Wang Wenwen, parlando dei pericolosi impulsi delle élite politiche americane e della democrazia. La giornalista ha dichiarato: “Gli Stati Uniti sono un paese originariamente costruito sulla schiavitù e sul genocidio. È stata una repubblica oligarchica, mascherata da democrazia sin dalla sua fondazione. I cosiddetti controlli e contrappesi democratici furono originariamente istituiti per impedire a una maggioranza democratica che rappresenta i settori più poveri della popolazione di fondersi e ottenere il controllo sullo stato”.



A detta della giornalista residente in Italia, “L’ascesa pacifica della Cina minaccia i profitti in eccesso che gli Stati Uniti hanno catturato a livello globale. Gli Stati Uniti usano un doppio linguaggio manipolativo come “ordine internazionale basato su regole” per continuare il loro controllo egemonico dell’economia mondiale in base a esigenze politiche, militari ed economiche”.



Usa: “Ascesa della Cina è una minaccia esistenziale”

Riguardo ai “pericolosi impulsi dell’élite politica americana”, Deborah Veneziale si è espressa così: “L’establishment politico statunitense sarà frenato solo se pensa di poter perdere una battaglia. Credo che siano necessari tre fattori per costringere l’élite statunitense a ripensare e cambiare il suo folle comportamento egemonico espansionistico. In primo luogo, gli Stati Uniti dovrebbero subire una grave sconfitta, come quella che hanno subito in Corea o in Vietnam. In secondo luogo, una massa critica di paesi del Sud del mondo deve avere successo nella ricerca di uno sviluppo indipendente e trovare un modo per ottenere una reale sovranità nazionale: la capacità di resistere come fece la Cina nel 1949. Terzo, la coscienza della classe operaia così come degli strati medio-bassi della piccola borghesia all’interno degli Stati Uniti deve essere aumentata in modo significativo. Questo non è un compito facile per coloro che all’interno degli Stati Uniti combattono per la pace e il socialismo”.



Secondo la giornalista, L’impero americano sta entrando in un lungo, lento periodo di declino. Il consenso degli Stati Uniti, o il fattore “soggettivo” interno, invece, si basa sull’idea di “eccezionalismo americano”. Per la prima volta in 400 anni, l’ordine mondiale, si spera, non sarà essenzialmente basato sulla continuazione di un monopolio “bianco”. L’ascesa della Cina non è solo una minaccia a breve termine, economica e tattica alla supremazia bianca, ma una minaccia esistenziale che ne scuote le fondamenta”. Riguardo la politica degli Usa, secondo Veneziale “La società americana di oggi è profondamente frammentata, divisa in termini di classe e razzialmente. C’è una grave rottura nella fiducia sociale e un declino nella moralità sociale. Ma non ne consegue che gli Stati Uniti, come nazione, saranno fisicamente divisi. Texas e California non diventeranno indipendenti. Per prima cosa, l’élite borghese non lo permetterà. Inoltre, i cosiddetti “stati rossi” e “stati blu” non dovrebbero essere immaginati in modo eccessivamente semplificato, poiché le differenze tra gli stati non sono così grandi come appaiono al di fuori degli Stati Uniti“.