Asia Argento si prende la sua rivincita dopo la tempesta di critiche che seguirono la sua denuncia di violenza sessuale a carico di Harvey Weinstein, ex produttore di Hollywood che contribuì a inchiodare con il suo racconto aprendo al “Movimento Mee Too” e a una lunga scia di testimonianze sui torbidi affari dietro le quinte del jet set. L’attrice ha commentato la recente condanna per reati sessuali emessa contro Weinstein a Los Angeles (dopo i 23 anni di carcere inflitti a New York) e non nasconde la sua soddisfazione per essere stata traino a tante donne che, dopo il suo gesto di coraggio, hanno scelto di non tacere quanto subito.
In un lungo sfogo social, affidato a un post pubblicato sul suo profilo Instagram, Asia Argento ha ricalcato il difficile percorso che l’ha vista trovare la forza di denunciare anni dopo i fatti che l’avrebbero vista coinvolta. Un cammino che, dopo le sue dichiarazioni pubbliche contro Harvey Weinstein, si sarebbe nutrito di aspetti drammatici come l’esposizione a una pesante gogna mediatica e a una serie di attacchi da parte di hater che l’hanno accusata di fingere. Una situazione davanti alla quale l’attrice avrebbe deciso di non fermarsi nonostante il “victim blaming” montato sul suo caso.
Lo sfogo di Asia Argento dopo la nuova condanna per Harvey Weinstein
Sono trascorsi anni dal momento in cui Asia Argento, con la sua testimonianza choc sulle violenze subite da Harvey Weinstein, si fece portavoce di un movimento che avrebbe fatto da spartiacque nel dorato mondo di Hollywood. Da allora il “Mee Too”, nato sull’onda della sua pubblica denuncia contro Harvey Weinstein, il “boss del cinema” condannato poi a 23 anni di carcere per violenza sessuale a New York e reccentemente destinatario di un’altra pesante sentenza a Los Angeles (imputato per uno stupro e due aggressioni sessuali, rischia di incassare altri 24 anni di reclusione), è stato veicolo di storie drammatiche che hanno visto protagoniste tante altre donne.
“Quando nel 2017 – ha scritto Asia Argento su Instagram –, dopo che io ed altre donne liberammo la parola rendendo pubbliche le violenze sessuali subite da Harvey Weinstein e ci fu un vero e proprio tsunami mediatico, subii da parte dei media e degli haters quello che viene chiamato “victim blaming”, vennero dette pubblicamente frasi come ‘se l’era cercata, poteva dire no, l’ha fatto per farsi pubblicità’… Perché la colpa del predatore in qualche strana maniera ricade sempre sulla donna, sulla vittima“. Asia Argento sottolinea di essersi chiesta più volte anche lei perché non fosse riuscita a scappare dal suo aguzzino, “perché non avessi urlato e chiamato le forze dell’ordine“. “Dopo essere stata violentata iniziai a disprezzarmi (…). Allora ero ventenne, non avevo gli strumenti per capire cosa mi era successo“. Le sarebbero serviti “16 anni di analisi” per liberarsi anzitutto dell’autocritica interiore e per smettere di ascoltare “le insinuazioni dei detrattori“. Ora Harvey Weinstein rischia una pena complessiva a 47 anni di carcere, e Asia Argento sottolinea così l’entità della vicenda che l’ha vista protagonista: “47 anni è la mia età. Oggi sono una donna serena, una sopravvissuta, amo la vita, amo me stessa, ho trasformato il veleno in medicina, e so che la mia esperienza ha aiutato innumerevoli donne in tutto il mondo ad uscire dallo stigma delle violenze sessuali“.