ASIA ARGENTO, “DOPO ESSERE STATA VIOLENTATA MI INCOLPAVO E…”
Asia Argento e il caso “Harvey Weinstein”: cosa sappiamo delle accuse di violenza sessuale dell’attrice e regista italiana nei confronti del produttore statunitense oggi caduto in disgrazia e condannato due volte per stupro nel 2020 e poi ancora nel 2023 ad altri 16 anni di carcere? Questa sera, in fascia prime time su Rai 2, la figlia del grande Dario tornerà protagonista col suo racconto di vita nella puntata di “Storie di donne al bivio” che ci accingiamo a vedere e nel corso della quale si racconterà a cuore aperto, parlando non solo della sua uscita dal tunnel delle dipendenze ma probabilmente anche del fatto che lei sarebbe stata una delle tante donne dello showbiz ad essere state molestate o violentate dal cofondatore, assieme al fratello Bob, di The Weinstein Company e Miramax FIlms.
Per ricostruire il caso che riguarda Asia Argento e Harvey Weinstein dobbiamo fare un salto indietro nel tempo di alcuni anni, precisamente nell’ottobre del 2017 quando l’attrice capitolina aveva ammesso di essere stata costretta nel 1997 dal produttore a subire un rapporto orale con lui: tuttavia, per paura di ritorsioni, la diretta interessata aveva scelto di non rendere mai pubblico l’episodio almeno fino a quando diverse sue colleghe non erano uscite allo scoperto denunciando Weinstein. La confessione aveva causato molte critiche alla Argento tanto che la diretta interessata, pur confermando per filo e per segno le accuse, aveva annunciato di voler lasciare l’Italia. E negli ultimi due anni, dopo la nuova condanna del 72enne di New York, la diretta interessata si è presa in parte una rivincita personale.
ARGENTO, “STUPRATA DA HARVEY WEINSTEIN A 21 ANNI: MI CHIESE DI…”
Commentando la nuova sentenza di Los Angeles che condannava Harvey Weinstein per dei reati sessuali commessi in passato, Asia Argento aveva ammesso di essere soddisfatta non solo per se stessa ma anche per il movimento del #MeToo nato sull’onda d’indignazione per uno scandalo che aveva fatto parlare per mesi gli Stati Uniti. Affidando il proprio pensiero ai social, l’attrice aveva parlato del perverso meccanismo del ‘victim blaming’ che portava a incolpare le stesse vittime delle violenze e i soprusi subiti. “Dopo essere stata violentata iniziai a disprezzarmi (…). Ero ventenne, non avevo gli strumenti per capire cosa mi era successo”. E aveva aggiunto: “47 anni è la mia età. Oggi sono una donna serena, una sopravvissuta, amo la vita, amo me stessa, ho trasformato il veleno in medicina”.
Rievocando l’episodio di violenza perpetrato da Harvey Weinstein quando lei era ancora molto giovane, Asia Argento aveva raccontato anche gli anni di terapia a cui si era dovuta sottoporre per superare quel trauma, senza considerare poi la pioggia di critiche sui social per non aver denunciato subito e, secondo alcuni, aver voluto cavalcare l’onda di un movimento di protesta che improvvisamente era esploso. “Continuavo a ripetermi che ero una pu***na e che me l’ero cercata. Non riuscivo a fuggire da questi pensieri” ha raccontato più di recente la regista in un post, aprendosi sul senso di colpa che ha portato dentro per anni e di cui, invece, oggi si è liberata imparando anche a farsi scivolare addosso le insinuazioni dei suoi detrattori e di chi preferiva attaccare piuttosto lei, in quanto vittima, anziché quello che lei aveva individuato come proprio carnefice.