Asia Argento distrutta dalla morte di Peter Fonda, attore-produttore di Easy Rider scomparso all’età di 79 anni. L’artista italiana ha collaborato con l’americano per il suo film Ingannevole è il cuore più di ogni cosa, esperienza dalla quale è nata una grande amicizia: «Da allora non abbiamo mai smesso di scriverci e sentirci», confessa la Argento in un’intervista rilasciata ai microfoni de Il Messaggero. «Il dolore che provo è immenso», spiega la figlia di Dario Argento, che prosegue: «Quando, alla fine del 2017, denunciai di essere stata violentata da Harvey Weinstein, Peter è stato tra i primi a sostenermi, a incoraggiarmi e prendere pubblicamente le mie parti. ‘Bravissima’, mi scrisse sui social, ‘vai e sbrana quel cane rognoso’», un gesto che non potrà mai dimenticare.



ASIA ARGENTO, IL RICORDO DI PETER FONDA

«Era un uomo d’altri tempi, semplicemente meraviglioso», ricorda Asia Argento, elogiando la libertà dal punto di vista intellettuale e dal punto di vista artistico di Peter Fonda. Dopo aver raccontato del suo grande senso dell’umorismo e della sua grande generosità, la Argento ha rivelato: «Accettò di girare il mio film, nonostante fossi una regista italiana di appena 28 anni, venendo a Los Angeles dal Tennessee dove abitava e non volle nemmeno essere pagato perché credeva troppo nel progetto». E svela un aneddoto mai raccontato prima: «Ingannevole è il cuore più di ogni cosa parla di violenze sui bambini. E Peter mi confessò che da piccolo, in casa, era stato picchiato duramente. Se a batterlo fosse stato il padre, il grande attore Henry Fonda, non volle rivelarmelo. Ma si augurava, sul set, di esorcizzare quel trauma e denunciare gli abusi sui più piccoli».

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