La maggioranza della popolazione mondiale (i 3/5) vive in Asia, che nel XXI secolo è diventato il luogo nel quale si sviluppano i fenomeni sociali ed economici di maggior rilievo che condizioneranno il futuro del mondo.
Asiatica Film Festival-Incontri con il cinema asiatico è nato nel 2000 per mostrare l’eterogeneità delle diverse espressioni culturali generate dalle contraddizioni implicite ed esplicite del continente. Il festival si è svolto negli anni scorsi sempre a Roma dove ha proiettato quasi 700 film e portato circa 430 ospiti tra registi, produttori, attori, attrici, artisti e studiosi asiatici in sedi prestigiose come il MACRO (Museo d’Arte Contemporanea di Roma), il MAXXI (Museo dell’Arte del XXI secolo) o il Nuovo Sacher di Nanni Moretti. L’edizione di quest’anno si svolge forzatamente online nella sala virtuale della piattaforma Mymovies, dove i film in programma, salvo diversa indicazione, sono visibili per 72 ore dalla prima proiezione virtuale (gli ultimi, quindi, fino al 25 dicembre).
Il direttore artistico, il regista Italo Spinelli, ha dichiarato che ha deciso di offrire anche quest’anno il meglio della cinematografia asiatica unicamente in streaming con la promessa che non appena le condizioni lo permetteranno i film vincitori della XXI edizioni verranno proiettati in una sala cinematografica. Tutti film selezionati sono inediti in Italia e provengono da diciotto paesi diversi.
Asiatica si è aperto con il film The Cloud in Her Room, che quest’anno ha vinto il prestigioso Tiger Award al Festival Internazionale di Rotterdam. La regista esordiente Zheng Lu Xinyuan ci racconta, con un bianco e nero perfetto, il ritorno in una piovosa e invernale Hangzhou, in Cina, della ventiduenne Muzi durante le feste per il capodanno cinese. È l’occasione per un bilancio dei rapporti di Muzi con la propria famiglia, con gli ex-amici, con gli ex-amori. Nel giorno di apertura è staato anche proposto Mekong 2030, un’antologia 5 corti nei quali cinque registi da Cambogia, Laos, Myanmar, Thailandia e Vietnam raccontano le relazioni fisiche e spirituali spesso divergenti che le diverse comunità hanno con il fiume Mekong.
Dall’Indonesia arriva Everiday is a Lullaby, dove uno sceneggiatore di successo in crisi creativa grazie all’incontro con una donna riscopre una fertilità di idee senza controllo. Nel Paese musulmano più popoloso del mondo, che è sempre l’Indonesia, il documentario A Boarding school ci permette di entrare in una tradizionale scuola coranica dove si insegnano la tolleranza e il rispetto degli altri. Seguendo la vita quotidiana di due studenti e di due insegnanti si scopre che proprio queste scuole sono un baluardo contro l’estremismo islamico. Prelude of the moving Zoo ci porta in Thailandia raccontando in un breve documentario l’ultimo giorno prima della chiusura del Dusit Zoo, un tempo giardino privato del re. In Where We Belong una giovane ragazza deve anche lei vivere l’ultimo giorno in un piccolo villaggio thailandese prima di partire per la Finlandia dove ha vinto una borsa di studio. Deve affrontare il padre che non ne sapeva niente, salutare la sua migliore amica, fare una valigia nella quale non sa cosa mettere.
Due film ci portano in Centro Asia. Nel kazako A Dark, Dark Man, presentato a Cannes, il detective Bekzat indaga sulla morte di una ragazza, ma l’arrivo di una giornalista lo costringe a condurre l’inchiesta rispettando le procedure e svolgendo una vera indagine. Nell’uzbeko Colouless Dreams, Kashmira, dopo 17 anni di prigione, torna a casa e sembra aver trovato pace e serenità, ma purtroppo le cose si complicheranno e la costringeranno a fare delle scelte difficili.
Sarà anche possibile vedere il più recente film del maestro del cinema indiano Girish Kasaravalli, Can Neither Be Here Nor Journey Beyond, dove attraverso le storie contrapposte di due ragazzini, intrecciate nel tempo passato e presente, uno che vive in una campagna immobile e che vorrebbe fuggire in città, l’altro che fa il domestico in una città soffocante e vorrebbe rifugiarsi in campagna, si raccontano le contraddizioni di una società indiana moderna ma priva di valori condivisi. Nella caotica Calcutta si svolge il secondo lungometraggio indiano in competizione, Debris of Desire di Indranil Roychowdhury, dove si intrecciano le vite di un piccolo criminale, di una prostituta del Bangladesh e di una guardia notturna che spaccia droga a per arrotondare. Da Taiwan proviene Whale island, un documentario lungo che descrive la vita nell’oceano che circonda l’isola e le possibilità future di sfruttamento dell’oceano stesso.
A cura del produttore, consulente alla programmazione, John Badai c’è una selezione di corti dal Sud-est asiatico tra i quali: da Singapore Mary, Mary So Contrary che racconta la strana storia di una donna cinese di nome Ma Li che sogna di essere una donna caucasica di nome Mary; dalle Filippine in Judy Free, la regista, Che Tagyamon. esperta anche in animazione, ci narra di una bambina che, a seguito del ritorno improvviso del padre dopo una lunga assenza, inizia a percepire la realtà in modo diverso; dal Vietnam, nel surreale The Graduation o Edison, Minh vive in un villaggio dove ogni bambino nasce con un albero in testa, tranne lui. Il giorno del diploma, compiuti i 18 anni, si riceve il taglio dell’albero per indicare il passaggio all’eta adulta, ma la sorella di Minh vuole tenersi l’albero; dalla Malaysia in Vinegar Baths un’infermiera del reparto maternità di un ospedale vaga di notte per i corridoi della struttura finché non arriva il momento di mangiare.
Completano il programma tre corti arabi. Nell’egiziano I am afraid to forget Your Face il giovane Adam è pronto a tutto, dopo 82 giorni di separazione, per raggiungere la sua amata. Il libanese Roadblock è ambientato nei giorni della rivoluzione e i due protagonisti, Farah e Anthony dopo una manifestazione di protesta a Beirut, vengono fermati a un posto di blocco militare dove i soldati se la prendono con la ragazza. Nel tunisino The Bath, Imed, quando la moglie partendo per lavoro, lo lascia solo con il figlio di 5 anni, deve affrontare delle paure mai dimenticate.
Si rammenta che i film proiettati virtualmente l’ultimo giorno, cioè il 22 dicembre, saranno disponibili per la visione fino al giorno di Natale.