Un asilo ha negato l’ingresso ai figli di medici che lavorano nei reparti Covid e a Pisa scoppia la bufera. Quella che in un primo momento poteva sembrare un’assurda discriminazione, in realtà si è rivelata essere una decisione legata ad una “lacuna” nel decreto ministeriale sulla ripresa delle attività scolastiche. Il caso diventa così nazionale e chiama in causa la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Ma andiamo con ordine. Tutto parte da una denuncia di una mamma-medico. Stando a quanto riportato da La Nazione, ha ricevuto la chiamata di una maestra dell’asilo comunale, dove avrebbe dovuto accompagnare la figlia. Ebbene, le è stato detto di non portarla, a causa di possibili contatti con casi Covid da parte della mamma che lavora all’ospedale Cisanello di Pisa. Pare che questa decisione sia stata adottata nei confronti di tutto il personale medico e paramedico che per lavoro ha contatti con persone affette da Covid-19. La notizia si è diffusa in città e sono scoppiate le polemiche. È dapprima intervenuto l’assessore all’Istruzione, Sandra Munno, smentendo che si trattasse di una iniziativa del Comune di Pisa.
“ASILO NEGATO A FIGLI DI MEDICI REPARTI COVID”
La bufera pian piano si è allargata. Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Regione Toscana: «Non posso credere che questa sia un’iniziativa del Comune di Pisa, guidato dalla destra, e spero che il sindaco smentisca e si attivi subito per riparare», ha scritto su Facebook il governatore Enrico Rossi. E la replica del sindaco di Pisa, Michele Conti, non si è fatta attendere, infatti ha ricostruito la vicenda, spiegando che il Comune di Pisa, come tutti quelli italiani, recepisce il decreto ministeriale n.89 del 3 agosto 2020, quello con gli indirizzi per la ripresa delle attività scolastiche. Il sindaco cita in particolare l’art. 10, nel quale si precisano le precondizioni per la presenza nei servizi educativi e nelle scuole d’infanzia di bambini, genitori e accompagnatori, oltre che di tutto il personale operante a vario titolo. Ed è precisato che bisogna dichiarare, tra le altre cose, di “non essere stati a contatto con persone positive, per quanto di propria conoscenza, negli ultimi 14 giorni”, una «condizione difficile da autocertificare per un lavoratore della Sanità», sottolinea Conti.
SINDACO PISA “COLPA MINISTRO AZZOLINA”
Il sindaco di Pisa ha affermato che la vicenda è stata affrontata e risolta dall’assessore alle politiche educative. «Abbiamo proposto di modificare il testo dell’autodichiarazione in modo che possa essere firmata anche dai medici e dagli infermieri e contestualmente inviato un quesito al Dipartimento di Prevenzione dell’Asl territoriale perché si esprima nel merito sulla questione», ha spiegato Michele Conti. Ma il primo cittadino è entrato in polemica con Roma, perché ha spiegato di essere andato oltre le sue competenze «colmando una grave lacuna nazionale creata dal Ministro Azzolina». Ora il genitore che lavora nella sanità e ha avuto contatti con pazienti positivi al coronavirus deve dichiarare di essere stato «adeguatamente protetto da DPI forniti dall’Azienda Sanitaria» e di aver seguito «le procedure aziendali previste per il trattamento dei suddetti pazienti». Il sindaco ha quindi ribadito che l’accesso dei bambini negli asili non è in dubbio, ma d’altra parte c’è «una lacuna normativa a livello nazionale, che si porrà in questi giorni in maniera simile in tante città, che abbiamo prontamente risolto nel giro di poche ore».