Sono 2.900 i bambini che restano fuori dalle graduatorie relative all’asilo nido comunale. Un dato peggiore rispetto a quello del 2019, anno prima della pandemia, quando furono quasi 2.000 i piccoli esclusi. Per il 2023/2024 le domande arrivate al Comune di Milano sono state 7.844 ma allo stesso tempo, come in una proporzione inversa, sono diminuite le disponibilità: solo 4.574. Alle famiglie resta solo da sperare nelle rinunce e negli sorridenti degli elenchi fino a novembre, agosto escluso. Altrimenti, dovranno cercare posto in strutture private o chiamate baby-sitter. C’è chi è addirittura costretto ad abbandonare il lavoro per badare ai figli, non avendo parenti in grado di aiutare.



Oltretutto, ad aggravare ancor di più la situazione c’è la chiusura di ben otto asili pubblici. Il motivo è stato spiegato recentemente dal vicesindaco e assessore all’Educazione, Anna Scavuzzo: ci sarebbe carenza di educatori poiché un numero sempre più basso partecipa ai concorsi. Questo impedisce al Municipio di ampliare l’offerta. C’è però anche un altro dato da considerare: il Comune di Milano nel 2023 ha aumentato le rette dell’8 per cento (oltre i 27mila euro di reddito Isee). La quota è passata da 465 a 505.2, ovvero 37 euro di differenza.



Asilo nido comunale: la situazione di Milano preoccupa

Un’indagine di Altroconsumo ha spiegato che una famiglia di Milano spende all’ora per i figli il 22 per cento in più rispetto alle altre città in asilo nido figlio è circa un quinto del reddito familiare, tra i 620 e i 480 euro, a seconda del numero di ore che il bambino trascorre al nido. Come spiega Libero, “Noi Moderati” da tempo sta portando avanti una battaglia per un miglioramento del servizio. L’accusa è di immobilismo alla giunta rispetto alla situazione dei posti negli asili. “Eppure dal Piano nazionale di resistenza e resilienza sono stati stanziati fondi per 4,6 miliardi di euro per riqualificarne e costruirne di nuovi” spiega Paladino, consigliera.



“E quanti progetti ha presentato il Comune di Milano? Solamente uno da 5 milioni per la realizzazione di un polo dell’infanzia. Il ban- do, chiuso pochi giorni fa, sarà presto riaperto per effetto di una modifica del Pnrr. Una prova d’appello alla quale il sindaco questa volta non può mancare” sottolinea la consigliera di “Noi moderati”. Il problema è proprio che “La mancanza di asili nido induce le persone a lasciare il lavoro, in particolare le donne. E in una Milano che vuole essere inclusiva, questo rappresenta un ostacolo. Il sindaco e la giunta ascoltino e agiscano: i soldi ci sono”.