Asilo nido gratis per il secondo figlio e un mese di congedo parentale in più al 60% utilizzabile dalla mamma o dal papà. Sono due delle misure per le famiglie che il governo Meloni ha inserito nella prossima legge di Bilancio e annunciate dalla premier nella conferenza stampa al termine del Cdm. L’esecutivo aveva annunciato già dall’approvazione della Nadef l’intenzione di sostenere la natalità con la manovra. Ora Meloni conferma che oltre a confermare alcuni provvedimenti licenziati l’anno scorso, come l’aumento dell’assegno univo universale per i figli e l’introduzione di un’altra mensilità di congedo parentale all’80%, ci sono almeno altre due novità.
Al congedo parentale già previsto, si aggiunge un ulteriore mese utilizzabile fino a 6 anni di vita del bambino retribuito al 60. «Purtroppo non confermiamo il taglio dell’Iva sui prodotti della prima infanzia, ma aggiungiamo altre tre misure per un miliardo di euro. Continuiamo a lavorare sul congedo parentale, aggiungendo un ulteriore mese di congedo parentale utilizzabile dalla mamma o dal papà retribuito al 60%», dichiara Meloni in conferenza stampa. Quindi, sono confermati gli altri mesi con indennità al 30% e l’indennità all’80% prevista dalla legge bilancio 2023 per un mese di congedo parentale entro il sesto anno. Poi annuncia l’aumento del fondo per l’asilo nido, in modo tale che sia gratis per il secondo figlio. Per questa misura sono destinati circa 180 milioni di euro.
CONTRIBUTI MAMME A CARICO DELLO STATO
Non solo asilo gratis per il secondo figlio. Un’altra misura voluta dal governo Meloni a favore della natalità prevede che le donne con almeno due figli siano esenti dai contributi a carico dei lavoratori. «Le donne con due figli o più non pagano i contributi a carico dei lavoratori. La quota del lavoratore, è un terzo: la paga lo Stato», la spiegazione della premier. In particolare, si prevede l’annullamento dell’obbligo di contribuzione a carico delle donne lavoratrici con almeno due figli fino ai 10 anni del secondo figlio, fino ai 18 anni del terzo figlio.
«Riteniamo che una donna che fa due o più figli abbia già offerto un importante contributo alla società e lo Stato cerca di compensare pagando i contributi previdenziali». La presidente del Consiglio aggiunge che il governo in questo modo vuole dimostrare che maternità e lavoro «possono stare perfettamente insieme». In questo modo, inoltre, si «smonta la narrativa per cui la natalità sia un disincentivo al lavoro. Vogliamo incentivare chi mette al mondo dei figli e ha voglia di lavorare».
INCENTIVI NATALITÀ: “SCONTI” PER CHI ASSUME MAMME
«Per le imprese introduciamo una super deduzione del costo lavoro per chi assume a tempo indeterminato: il 120%, che arriva fino al 130% per chi assume mamme, under 30 percettori del reddito di cittadinanza e persone con invalidità», prosegue Giorgia Meloni al termine del Cdm. Il principio per le aziende, aggiunge la premier, «è che più alta è l’incidenza dei dipendenti in rapporto al fatturato, meno tasse si devono allo Stato. Si sostituisce alla decontribuzione che era era prevista per giovani e donne ma si aggiunge alla decontribuzione per chi assume nel mezzogiorno prevista nel decreto sulla Zes». Inoltre, cresce l’assegno unico e universale per il terzo figlio, almeno fino all’età di 6 anni. Ma stando a quanto riportato da Rainews, si sta valutando la gratuità del bollo auto per i nuclei familiari numerosi.