È stato scoperto e immediatamente chiuso l’asilo “abusivo” per famiglie no vax nella provincia di Cagliari, più precisamente a Villacidro: con un blitz dei Carabinieri dei Nas è stata smantellata la scuola “clandestina” – senza licenze e operante nell’ombra – che ogni giorno accoglieva una ventina di bambini dai 3 ai 6 anni figli di famiglie convintamente no vax. Questa è l’accusa mossa dagli inquirenti alle due persone denunciate, responsabili dell’asilo che non pare aggirasse le norme sui vaccini stabilite dal Decreto Lorenzin e dalle direttive del Ministro Giulia Grillo. Un uomo 38 anni e una donna di 54 sarebbe stati gli ideatori e i responsabili diretti della struttura segnalata dal sindaco di Villacidro, Mara Cabriolu che immediatamente ha emesso una ordinanza urgente di chiusura. Secondo quanto riportato dall’Unione Sarda, la struttura finita nel mirino dei Nas si trova nella campagna fuori Cagliari in località “Su Suergiu”.



CHIUSO L’ASILO NO VAX A CAGLIARI: ECCO COSA SUCCEDEVA

Le indagini sono partite circa due mesi fa quando la compagnia di Villacidro ha iniziato a notare uno strano movimento al mattino in quell’area, con genitori giovani che facevano scendere bambini nelle stesse ore (tra le 8 e le 9 e nel pomeriggio). Iniziando ad indagare su quella struttura sono cominciati i sospetti sul mondo no vax, sospetto poi divenuto certezza nel reperire i tam tam su internet e social sulla rete degli anti-vaccini. Ai Nas è poi giunta una segnalazione anonima sulla presenza dell’asilo clandestino nella campagna di Villacidro: scattano così gli approfondimenti, come riporta Tg Com24, «Nas e militari di Villacidro hanno ispezionato lo stabile, sul posto è anche intervenuto il personale dei servizi sociali del Comune che hanno a loro volta appurato la totale mancanza dei requisiti richiesti per l’avvio di una struttura scolastica». A quel punto i due responsabili della scuola vengono denunciati, l’asilo chiuso, e contestata la «mancata autorizzazione al funzionamento delle strutture e dei servizi educativi per la prima infanzia». Il “successo” della scuola non proveniva da pubblicità o annunci sul web, ma dal semplice passaparola dei genitori convinti che il loro metodo educativo e sanitario fosse il migliore possibile: aggirando però le regole e fregandosene delle norme esistenti in materia di licenze e sicurezza.

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