Continuano ad emergere dettagli sulla cattiva gestione della pandemia. Non solo effetti collaterali dei vaccini anti-Covid ma anche mancata indennità di malattia per la quarantena degli asintomatici costretti a stare in isolamento per legge pur essendo sani. È quanto emerge da La Verità, secondo cui l’Inps avrebbe esaurito la copertura finanziaria per i dipendenti del settore privato dal 2022.
Ai lavoratori del Veneto e del Friuli Venezia Giulia stanno arrivando contestazioni per i certificati medici dai quali risultavano assenti in quanto positivi al Covid da asintomatici. Il periodo di riferimento è dal 1° gennaio 2022, data a partire dalla quale l’Inps non ha più versato l’indennità di malattia ai dipendenti del settore privato che avevano contratto il virus Sars-Cov-2, senza mostrare una sintomatologia evidente. “Non è possibile il riconoscimento delle indennità economiche per gli eventi riferiti alla quarantena“. Questa informava dell’istituto, ribaltando quanto invece era previsto fino al 31 dicembre 2021. L’indennità di malattia sarebbe spettata solo ai soggetti sintomatici, perché era venuta a mancare la copertura finanziaria. Però l’isolamento era ancora obbligatorio per legge. Una contraddizione a danno dei malcapitati, come se non avere sintomi fosse una colpa.
ASINTOMATICI: CERTIFICAZIONE MEDICA NON IDONEA
La beffa nata intorno agli asintomatici fa sì che all’epoca non potessero andare sul posto di lavoro per ragioni di tutela alla salute pubblica (pena una denuncia con tanto di possibile arresto e multa) perchè positivi al Covid, ma poiché non avevano sintomi la certificazione di malattia presentata a suo tempo viene considerata ‘non idonea’. Così si sono ritrovati obbligati alla quarantena ma senza retribuzione e senza indennità di malattia. Insomma, come lo ha definito la stessa Verità, un ‘cortocircuito’ creato dal Ministero della Salute, guidato all’epoca da Roberto Speranza.
Sulla questione sono insorti alcuni sindacati locali a seguito delle molte segnalazioni giunte dai lavoratori, chiedendo risposte all’istituto sanitario statale, a seguito di “un’interpretazione indebitamente restrittiva” della nozione di malattia. E lo ribadirono a livello nazionale i segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil, Francesca Re David, Angelo Colombini e Ivana Veronese che protestarono: “La malattia Covid è malattia anche se non si hanno sintomi”. Siamo a febbraio 2024, e chiarezza non è ancora stata fatta. Nel frattempo l’Inps sull’inghippo minimizza: “si tratta di un numero estremamente circoscritto di casi che contempla una moltitudine di patologie non solo Covid“. Inoltre ricorda che “tutti i fragili erano esclusi dalla presentazione del certificato e quindi anche dalla richiesta di integrazione partita in questi giorni.” Si attende di capire come dipanerà la matassa il Governo.