Uno studio condotto dall’Imperial College di Londra e pubblicato a giugno su Lancet fornisce ulteriori informazioni sulle modalità di diffusione del Covid. I risultati non solo mostrano come il coronavirus si diffonda dal naso all’aria e sulle superfici nelle immediate vicinanze, ma soprattutto ridimensionano l’impatto dei soggetti asintomatici sulla diffusione del virus Sars-CoV-2. Questo lavoro, che rientra nel programma COVID-19 Human Challenge, ha coinvolto 36 giovani partecipanti sani, e privi di precedente immunità al virus, che nel febbraio 2021 sono stati infettati in condizioni cliniche controllate in una struttura residenziale del Royal Free Hospital di Londra, dove hanno potuto essere attentamente monitorati. Sono rimasti nella struttura fino a quando non sono stati più contagiosi.
La struttura ha consentito ai ricercatori di seguire il decorso dell’infezione in modo molto dettagliato. Infatti, l’équipe ha prelevato quotidianamente tamponi dal naso e dalla bocca dei partecipanti, nonché campioni ambientali dell’aria e tamponi delle superfici nelle loro stanze. Dei 36 partecipanti iniziali, la metà si è infettato. Inoltre, due individui hanno emesso nell’aria una quantità di virus sostanzialmente maggiore rispetto agli altri partecipanti infetti, ma non hanno mostrato sintomi significativamente peggiori. I ricercatori ritengono che ciò possa rappresentare la piccola percentuale di individui che hanno il potenziale per essere altamente infettivi, talvolta descritti come “superspreading“.
“ASINTOMATICI INFETTANO MENO DI CHI HA SINTOMI COVID”
Lo studio sul Covid ha rilevato grandi quantità di Rna virale in campioni di aria, nel respiro espirato, nei tamponi delle mani dei partecipanti e sulle superfici circostanti, comprese quelle toccate di frequente come le maniglie delle porte e i telecomandi dei televisori, dimostrando come una persona infetta contamini l’ambiente circostante e possa diffondere il virus. Ma è emerso anche che le emissioni virali erano fortemente correlate al livello di virus rilevato nel naso delle persone, più che nella gola, evidenziando come il naso sia una via significativa per le persone infette che diffondono il virus nell’aria e nell’ambiente. I ricercatori hanno dimostrato che i sintomi visibili erano indicatori affidabili del momento in cui le persone risultano infettive ed emettevano il coronavirus nell’aria e nell’ambiente. “La stragrande maggioranza del virus è stata emessa dopo che le persone hanno avvertito i primi sintomi, mentre il virus rilasciato nell’ambiente prima di allora (pre-sintomo) è stato molto ridotto“, evidenzia l’Imperial College di Londra. I ricercatori non hanno riscontrato alcun legame significativo tra la gravità dei sintomi dei partecipanti e la quantità di virus rilasciata nell’ambiente.
STUDIO COVID “DIFFUSIONE AVVIENE SOPRATTUTTO DAL NASO”
“I nostri dati indicano che gran parte del virus che le persone diffondono proviene dal naso, evidenziando ulteriormente l’importanza delle maschere facciali che coprono il naso e la bocca quando vengono utilizzate. Ma mostrano anche come il virus possa essere trasferito dalle mani per contaminare superfici, come le maniglie delle porte o i telecomandi, che diventano una fonte di infezione“, ha dichiarato la dottoressa Anika Singanayagam, NIHR Academic Clinical Lecturer presso il Dipartimento di Malattie Infettive dell’Imperial College di Londra e primo autore dello studio. “Una delle cose più importanti che dobbiamo sapere per controllare la diffusione dei virus respiratori, come la SARS-CoV-2, è quando le persone che sono attivamente infettate dal virus hanno maggiori probabilità di infettare gli altri. Queste informazioni possono aiutarci a capire come si diffonderà il virus e come utilizzare al meglio gli interventi per fermare l’epidemia“, ha aggiunto la professoressa Wendy Barclay, capo del Dipartimento di malattie infettive dell’Imperial College di Londra.