L’aspirina può rappresentare davvero un alleato conto le forme più gravi e severe di Covid-19? Secondo una serie di studi effettuati nelle ultime settimane, la risposta potrebbe essere affermativa. Il condizionale è d’obbligo, dal momento che si tratta di ricerche retrospettive, che andrebbero ampliate per confermare la bontà dell’intuizione, ma intanto sono numerose le teorie che conducono verso tale direzione. L’ultima in ordine cronologico è quella elaborata da Jonathan Chow, assistente professore di Anestesiologia e direttore della Critical Care Anesthesiology Fellowship presso la George Washington University School of Medicine and Health Sciences, negli Stati Uniti d’America.



Lui è il coordinatore di uno studio sull’argomento, i cui risultati sono stati resi noti per mezzo della rivista “Anesthesia e Analgesia”, dalla cui lettura si evince che, in base a quanto rilevato, l’aspirina, assunta con un basso dosaggio, sarebbe in grado di ridurre il rischio di aggravamento dell’infezione da Covid-19 di oltre il 40%. Inoltre, dalla ricognizione eseguita sulle cartelle cliniche di 412 pazienti ricoverati tra marzo e luglio 2020 in strutture nosocomiali diverse, emerge come il 23,7% di loro avesse assunto un’aspirina nelle prime 24 ore dopo il ricovero o, comunque, entro la settimana antecedente.



ASPIRINA CONTRASTA COVID-19? “ABBATTE RISCHIO VENTILAZIONE MECCANICA”

L’aspirina, dunque, parrebbe davvero essere un valido alleato nella lotta contro il Covid-19, visto che, come si legge nel prosieguo del report pubblicato su “Anesthesia & Analgesia”, la sua assunzione avrebbe determinato nei casi esaminati “una notevole riduzione del rischio di ventilazione meccanica, del rischio di ricovero in terapia intensiva e del rischio di morte, per via dei suoi effetti anticoagulanti”. A sostegno di tale tesi vi è un’altra ricerca, comparsa alcune settimane orsono su “Febs Journal”, nella quale venivano presi in esame i dati relativi a 10.477 persone sottoposte a tampone nell’arco temporale incastonato tra febbraio e giugno 2020, rivolgendo uno sguardo particolare alle statistiche inerenti a coloro che assumono regolarmente cardioaspirina. Ebbene, in tale circostanza, gli studiosi avevano riscontrato come l’assunzione regolare di tale medicinale fosse determinante nella riduzione delle probabilità di incappare nel Coronavirus (-29%) e, parallelamente, come chi fosse positivo, non lamentasse sintomo alcuno.

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