I servizi segreti statunitensi erano a conoscenza dell’attacco a Capitol Hill. È quanto rivela in esclusiva Dagospia, che cita dei documenti rivelati giovedì scorso durante un’audizione al Congresso. Secondo questa documentazione, infatti, gli agenti dei servizi segreti assegnati alla valutazione dei rischi delle proteste erano impegnati già da qualche tempo a monitorare le chat online sui siti web pro-Trump.
Secondo quanto ha riferito Dagospia, già in data 26 dicembre 2020 i funzionari dei servizi segreti avevano tra le mani una soffiata di un informatore secondo cui “pensano che avranno un gruppo abbastanza grande da marciare a Washington armato e saranno più numerosi della polizia, quindi non potranno essere fermati. Il loro piano è quello di uccidere letteralmente le persone. Per favore, prendete sul serio questo suggerimento e indagate ulteriormente”. Infatti, sembra che i manifestanti che hanno poi assediato il Campidoglio il 6 gennaio 2021 avessero intenzione perfino di uccidere il vicepresidente Mike Pence, marciando armati e prendendo di mira Capitol Hill. Nel corso dell’udienza al Congresso sarebbe poi emerso che anche altre agenzie di sicurezza nazionale avrebbero ricevuto altri avvertimenti su quanto sarebbe successo poi il 6 gennaio. Eppure, nessuno di questi organi avrebbe agito per tempo per evitare l’assalto.
Assalto a Capitol Hill, Donald Trump sarà interrogato su quanto accaduto al Campidoglio
L’allora presidente statunitense Donald Trump sarà chiamato a testimoniare in relazione all’attacco a Capitol Hill avvenuto il 6 gennaio 2021, in caso contrario potrebbe rischiare il carcere. Dovrà fornire documenti e testimonianze sull’assalto organizzato dai suoi sostenitori al Campidoglio, una manifestazione che secondo quanto rivelato da Dagospia sarebbe stata nota in anticipo ai servizi segreti e ad altre agenzie di sicurezza nazionale.
Inoltre, Il Washington Post afferma che gli agenti dei servizi segreti avevano cercato di garantire all’ex presidente Donald Trump una via per raggiungere il corteo dei suoi sostenitori, dopo aver cercato di respingere le precedenti pressioni di Trump per unirsi ai suoi supporter. I servizi segreti avevano anche contattato la polizia si Washington affinché bloccassero alcune strade, ma in quei momenti gli agenti stavano già affrontando altre proteste e gestendo la folla sempre più nutrita che si stava avvicinando al Campidoglio.