ASSALTO CONTRO “BIANCHI” IL VIDEO DI KARIM E L’ACCUSA DELLA LEGA

Si chiama Karim ed è uno degli amici del gruppo che sabato scorso a Crepol in Francia si sono resi protagonisti dell’assalto contro la festa del piccolo villaggio nei pressi di Valenza, regione Alvernia-Rodano-Alpi. Karim è divenuto protagonista e virale sui social per le sue surreali dichiarazioni in merito all’attacco compiuto da alcuni suoi amici: lui non risultava presente a Crepol nel gruppo di giovani armati di coltelli che hanno causato 17 feriti e un 16enne ucciso (per il solo fatto di essere “bianco”).



Nel video divenuto virale sui social in Francia si scorge Karim che “candido” ammette: «mi dite da prima che sono tutto magro», spiega durante una diretta su TikTok, «è per questo che abbiamo coltelli, è per questo che mi sposto con un coltello». Karim, come i suoi compagni di origine magrebina resisi tristi protagonisti dell’assalto a Crepol, ammette di usare coltelli nelle risse: «metti un tipo come te a cui non devo niente e che viene, non vado a crearmi problemi tirando fuori i pugni, non so battermi. La rissa non la so fare, ti infilzo, tutto qui». Il video ripostato in Italia dal vicepremier Matteo Salvini ha visto anche il commento molto netto del leader leghista: «così Karim, un amico del gruppo che sabato scorso ha ucciso un ragazzo di 16 anni e ferito 17 persone a colpi di mannaia a Crépol, in Francia».



7 ARRESTI IN FRANCIA DOPO L’ASSALTO DI CREPOL: “VOLEVANO UCCIDERE I BIANCHI”

Secondo Salvini, l’episodio gravissimo di Crepol arriva al culmine di anni di «lassismo e irresponsabile “tolleranza” che ci hanno condotto a questa barbarie»: la Lega in questo senso, conclude il vicepremier, «ha le idee chiare, in Italia e in Europa, senza esitazioni: riportare rispetto delle regole, lottare per sostenere i valori fondanti dell’Occidente, le radici giudaico-cristiane del nostro continente, la pacifica convivenza. Nessuno spazio alla “cultura” della violenza e della sopraffazione».



Intanto proseguono in Francia le indagini per individuare tutti i responsabili della mattanza compiuta sabato scorso: il gruppo degli aggressori proveniva dai quartieri difficili di una vicina città, con testimoni che hanno udito distintamente l’urlo di incitamento di alcuni degli aggressori, «Siamo qui per accoltellare dei bianchi». Quello che è successo a Crépol «è razzismo anti-bianco. Purtroppo nessuno ne parla ma è il cuore della questione. Si tratta di una guerra etnica sottostante che segna le premesse di una guerra civile. E’ terrificante», rilancia alla radio francese ‘Rmc’ Marion Maréchal, la vicepresidente del partito di ultradestra Reconquete e nipote di Jean-Maire Le Pen.