Nel 2014 assaltarono l’auto di Matteo Salvini distruggendola, aggredirono un cronista del Resto del Carlino e insultarono gli esponenti della Lega presenti nell’auto dopo la visita ad un campo nomadi di Via Erbosa a Bologna: 11 antagonisti di sinistra sono stati ieri condannati, altri 5 invece sono stati assolti nonostante le richieste della Procura vedevano alla sbarra – con accuse a vario titolo per violenza privata, danneggiamento aggravato e lesioni aggravate – tutti e 16 gli attivisti dei collettivi bolognesi.



Era l’8 novembre 2014 e nell’auto del leader della Lega vi erano anche la futura candidata alla Presidente della Regione Emilia Romagna Lucia Borgonzoni e l’attuale sindaco di Ferrara, Alan Fabbri: di colpo alcuni attivisti di sinistra circondarono l’auto dopo la visita al campo nomadi e la distrussero in parte, provocando momenti di alta tensione con le forze dell’ordine presenti. Il processo di primo grado si è concluso con le condanne di 11 su 16 antagonisti, 4 condannati anche per l’aggressione al cronista del quotidiano ‘Il Resto del Carlino’, Enrico Barbetti (tre di loro a sei mesi di reclusione, mentre a un quarto è stata comminata una pena di un anno).



SALVINI: “GRANDE SODDISDAZIONE PER CONDANNA”

La pronuncia del giudice Alessandra Testoni ha poi previsto diversi risarcimenti per ciascuno degli 11 condannati: i 5 attivisti condannati a quattro mesi dovranno pagare 10mila euro a Matteo Salvini, altrettanti a Lucia Borgonzoni (all’epoca consigliera comunale Lega a Bologna, oggi sottosegretario alla Cultura) e ad Alan Fabbri (nel 2014 candidato del centrodestra per la Regione E.R.). I due imputati invece condannati a un anno e 6 mesi dovranno risarcire 10mila euro alla Lega, oltre che pagare le spese processuali alle parti offese: infine, il risarcimento a Barbetti dovrà invece essere stabilito in sede civile, mentre dovranno tutti pagare 10mila euro all’Editoriale Nazionale (la società editrice de ‘Il Resto del Carlino’) , riportano ANSA e “Repubblica”. Soddisfatti il leader della Lega e il sindaco di Ferrara: «Grande soddisfazione per me e per i bolognesi. La violenza non è mai la soluzione. Bologna, sede dell’università più antica d’Europa, non merita di essere infangata da pochi delinquenti. Sarò in città lunedì 19 luglio, con gioia, col candidato sindaco e per raccogliere firme per i referendum sulla giustizia», è il commento di Matteo Salvini. Per Fabbri invece, la sentenza resta «una vittoria della democrazia che sancisce un principio fondamentale: la violenza deve essere sempre bandita, la divergenza di opinioni, pur accesa, non può mai travalicare i confini del libero e civile confronto».

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