L’omicidio di John F. Kennedy nel 1963 a Dallas

Il tragico assassinio di John Fitzgerald Kennedy, trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti d’America, avvenne il 22 novembre del ’63 a Dallas, in Texas, attorno alle ore 12.30 locali. Il presidente stava viaggiando con la moglie Jacqueline, insieme al governatore John Connally (che riportò gravissime ferite) e la compagna di quest’ultimo Nellie, a bordo della limousine presidenziale, quando fu vittima dell’omicidio.



John Fitzgerald Kennedy fu colpito da diversi spari partiti dal fucile di Lee Harvey Oswald, attivista castrista ed ex marine. L’assassinio Kennedy sconvolse l’America e il mondo intero. Seguirono naturalmente delle indagini approfondite, con il nuovo presidente Lyndon B. Johnson che decise di creare un’apposita commissione d’inchiesta, chiamata commissione Warren.



Le indagini sull’assassinio di John F. Kennedy

Le indagini della commissione Warren, portate avanti per circa un anno, giunsero alla conclusione che Kennedy fu colpito da un unico cecchino. Una tesi che almeno in un primo momento trovò grande sostegno nel popolo americano, ma in una seconda fase emerse un’idea differente, al punto che qualche anno dopo fu creato un nuovo organo, la United States House Select Committee on Assassinations (HSCA) che completò il suo lavoro nel corso del 1979. Le molteplici teorie sull’assassinio di John Fitzgerald Kennedy hanno diviso gli osservatori, ma al termine delle indagini della United States House Select Committee on Assassinations (HSCA) sull’omicidio si arrivò ad una nuova conclusione.



Infatti, grazie a determinate prove acustiche, la nuova commissione ipotizzò che vi fossero stati quattro colpi, di cui tre, incluso quello letale, ad opera di Oswald ed un altro sparo attribuibile probabilmente ad un altro cecchino. Secondo lo studio, quindi, Lee Harvey Oswald avrebbe agito nel contesto di un progetto, quello dell’assassinio Kennedy, coinvolgente un numero decisamente più alto di persone.

John F. Kennedy, le reazioni del mondo dopo l’omicidio

Pertanto, le conclusioni delle due inchieste ufficiali sull’omicidio, quella della Commissione Warren e quella dell’United States House Select Committee on Assassinations, furono simili riguardo l’assassinio: Oswald aveva ucciso Kennedy con l’obiettivo di compiere un gesto importante e “rivoluzionario” col quale sarebbe diventato famoso e che avrebbe riscattato la sua vita. Poi era stato ucciso due giorni dopo l’arrestoda Jack Ruby, gestore di un night club che voleva vendicare Kennedy sull’onda dell’emozione, e che era riuscito a sparare a causa dell’insufficiente sorveglianza nella stazione di polizia di Dallas.

L’HSCA, dunque, ammise nel proprio rapporto che l’assassinio Kennedy era avvenuto sì per mano di Oswald, ma quale atto conclusivo di una cospirazione, a differenza di quanto indicato dalla Commissione Warren, secondo la quale Oswald era l’unico colpevole. Ciò che è certo è che l’assassino del presidente Kenney scosse il mondo intero. La maggior parte dei capi di Stato espressero la loro vicinanza ordinando le bandiere a mezz’asta e giorni di lutto.