RAID SU OSPEDALE A MARIUPOL

Si sono interrotti nuovamente i corridoi umanitari in uscita da Mariupol, questa volta per un barbaro attacco all’ospedale della città sul Mar d’Azov, comprendente anche reparti di maternità e pediatrico. A denunciare il raid è stato il capo dell’amministrazione militare regionale di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, nelle stesse ore in cui altri raid stanno “piovendo” dai cieli di Kharkiv e nella periferia di Kiev. Il Presidente Zelensky citando il bombardamento sull’ospedale di Mariupol, denuncia «ci sono bambini sotto le macerie! Fermatevi!».



«La Russia continua a tenere in ostaggio oltre 400mila persone, blocca gli aiuti umanitari e l’evacuazione», è la denuncia scagliata dal Ministro degli Esteri ucraino Kuleba contro l’esercito russo inviato da Mosca. «Continuano i bombardamenti indiscriminati e quasi tremila neonati mancano di medicine e cibo. Invito il mondo ad agire. Costringa la Russia a fermare la sua barbara guerra contro civili e bambini», conclude il Ministro diplomatico di Kiev. «Mariupol è sotto il continuo attacco dei bombardamenti russi», ha ribadito sempre il responsabile militare regionale alle agenzie internazionali. Stando ai numeri rivelati dal vicesindaco di Mariupol Sergiy Orlov – citato dal Guardian – ci sarebbero solo a Mariupol 1170 vittime, con 47 sepolte oggi in una fossa comune.



VIOLATO (ANCORA) IL CESSATE IL FUOCO A MARIUPOL

Per il quarto giorno consecutivo a Mariupol è fallito il tentativo di evacuazione dei civili nei due corridoi umanitari “aperti” dalle forze russe che cingono d’assedio la città sul Mar d’Azov da una settimana. Dopo l’annuncio della apertura dei passaggi fuori Mariupol fatto dall’ambasciatore russo all’Onu – diretta conseguenza dei negoziati aggiornati ieri in Bielorussia dalle delegazioni russe e ucraine – è il Ministero degli Esteri di Kiev a denunciare l’interruzione del “cessate il fuoco” visti i nuovi bombardamenti e attacchi dell’esercito russo.



«Le truppe di Mosca hanno lanciato un attacco in direzione del corridoio umanitario», denuncia il Ministero della Difesa ucraina, accusando Mosca di star violando la tregua da lei stessa siglata ieri. Secondo le forze armate ucraine, sentite le autorità locale nel Sud-Est del Paese, l’esercito russo ha aperto il fuoco «nella direzione del corridoio umanitario. Queste azioni dell’esercito russo non sono altro che genocidio contro il popolo ucraino». Sebbene le strade siano state sgombrate e sminate per permettere l’evacuazione dei civili, conclude il Ministero della Difesa di Kiev, «il nemico non ha lasciato andare via donne, anziani e bambini».

MARIUPOL, STOP CORRIDOI UMANITARI: “300MILA IN OSTAGGIO”

Per ora non giungono commenti ufficiali da Mosca circa le accuse pesantissime lanciate da Kiev sulla difficile situazione di Mariupol che si aggiunge a quella altrettanto devastante a Kharkiv, Sumy, Odessa e la stessa Capitale. È ancora più netto il Ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, in attesa che giovedì voli in Turchia per incontrare per la prima volta dall’inizio delle guerra l’omologo russo Sergey Lavrov: «La Russia tiene in ostaggio 300mila civili a Mariupol, impedisce l’evacuazione umanitaria nonostante gli accordi con la mediazione del CICR», scrive sui social. Addirittura, conclude Kuleba invocando l’interesse internazionale sulla situazione drammatica sul fronte umanitario a Mariupol, «Un bambino è morto ieri per disidratazione (!) ! I crimini di guerra fanno parte della strategia deliberata della Russia. Esorto tutti gli stati a chiedere pubblicamente: Russia, lasciate andare le persone!». In nuovo video pubblicato sul canale Telegram, il Presidente Zelensky incalza tanto Mosca quanto l’Occidente: «A Mariupol i russi hanno deliberatamente tagliato i rifornimenti di acqua e cibo oltre all’elettricità. Un bambino è morto disisdratato. I russi stanno continuando a non rispettare la tregua mentre Mariupol non può aspettare».