L’Italia, per quel che riguarda gli assegni familiari, è uno dei Paesi peggiori d’Europa. In media il nostro Paese dà a ogni cittadino solo 385 euro. Una cifra molto ridotta se si considera che ogni persona che vive nel territorio europeo ne riceve 777. I dati di Eurostat, riportati da Avvenire, sono relativi al 2021. Essi evidenziano che in dieci anni, sebbene il tasso di natalità sia rimasto stabile (1,53-54), l’ammontare dei sussidi forniti nelle 27 Nazioni è aumentato del 41%. Nell’anno di riferimento, nel dettaglio, è pari a 347 miliardi di euro.
L’impegno nell’erogare risorse per gli assegni familiari, tuttavia, non è stato sufficiente a contrastare il fenomeno della denatalità, complice anche l’inflazione e in generale l’aumento del costo della vita. È così che nel 2022 il tasso di natalità è calato all’1,46. L’aspetto preoccupante è che gli esperti ritengono che continuerà a diminuire. Soprattutto nei Paesi occidentali dell’Europa: l’Italia è tra questi, anche se è da precisare che l’assegno unico è stato introdotto nel 2022 e dunque non ci sono ancora rilevazioni in merito. Ce ne sono anche altri, però, che spendono ancora meno per le famiglie. Si tratta di Romania (244 euro), Grecia (243 euro) e Bulgaria (161 euro).
Assegni familiari, l’Italia non è tra le più virtuose: brilla il Lussemburgo
Sebbene sia da precisare che l’ammontare degli assegni familiari sia da parametrare con il costo della vita in ciascun Paese, come ce ne sono alcuni che non offrono grandi bonus, ce ne sono anche altri che invece brillano in questa classifica fornita da Eurostat. È il caso del Lussemburgo, in particolare, che in media offre a ogni suo cittadino ben 3.611 euro (il dato è parzialmente falsato in virtù del fatto che tiene conto anche delle erogazioni fatte ai non residenti). Non sono da meno anche la Danimarca, con 1.858 euro, e la Germania, con 1.575 euro.
Una particolare nota di merito va anche alla Polonia, che non offre le cifre più alte ma è il Paese che stanzia la maggior percentuale delle sue prestazioni sociali a questa causa. In particolare, si tratta del 15% del totale. Dietro ci sono il Lussemburgo col 14,8% e l’Estonia col 12.8%. Non ha una buona reputazione neanche sotto questo fronte l’Italia, che si ferma al 4,1%.