A partire dal 2025 l’assegno di disoccupazione potrebbe prevedere un importo più alto. Ottime notizie dunque, per coloro che pur avendo perso un posto di lavoro e sono alla ricerca di una nuova occupazione possono sostentarsi con una NASpI decisamente più alta.

Il tetto massimo della nuova NASpI sale a 1.550mensili. Una cifra molto più impattante e significativa che corrisponde quasi ad uno stipendio medio italiano.



Assegno di disoccupazione 2025 in aumento, a chi spetta?

Il nuovo assegno di disoccupazione dal 2025 prevede un importo più alto. Per ottenere la nuova NASpI è indispensabile soddisfare dei requisiti inerenti ai contributi versati negli anni. Nello specifico è sufficiente aver versato i contributi per un periodo minimo di 13 settimane entro i quattro anni antecedenti al licenziamento.



Nei contributi minimi appena descritti valgono anche quelli figurativi, che ovvero quelli maturati durante il periodo di malattia, maternità oppure di lavoro all’estero (a patto che il Paese di riferimento abbia firmato l’accordo bilaterale con l’Italia).

La condizione primaria è la continuità contributiva, altrimenti la NASpI non può essere riconosciuta e né tanto meno l’importo innalzato e in previsione per il 2025.

Tetto massimo e calcolo della NASpI

L’importo massimo della nuova NASpI può arrivare fino a 1.550€ al mese. La cifra tiene conto della retribuzione media maturata nei 4 anni di lavoro antecedenti al licenziamento, del costo della vita e della percentuale di inflazione.



La cifra della NASpI può essere elargita per un periodo massimo di due anni, e con una riduzione del 3% mensile a partire dal 6° mese (8° mese nel caso in cui i beneficiari siano over 55).

Marina Calderone, Ministra del Lavoro, ha spiegato che l’indennità viene garantita al fine di temporeggiare nell’attesa che il beneficiario trovi una nuova occupazione. Per velocizzare il processo chi ottiene l’assegno di disoccupazione viene inserito nel programma di reinserimento al lavoro.

La misura non è stata pensata per essere resa strutturale e continuativa, ma soltanto per temporeggiare il periodo transitorio durante la ricerca di una nuova occupazione.