La dottoressa Maria Candemi del ministero del lavoro e delle politiche social, Direzione Generale dell’Innovazione tecnologica, delle risorse strumentali e della comunicazione, è stata ospite stamane negli studi del programma di Rai Uno, Uno Mattina, per parlare dell’assegno di inclusione, la nuova misura che va a sostituire il Reddito di cittadinanza: “La domanda può essere presentata dal 18 dicembre ma verrà erogata da gennaio, è stata fatta questa scelta di aprire la piattaforma prima del primo gennaio per dare continuità con il reddito di cittadinanza e l’avvio dell’assegno di inclusione”. E ancora: “Dai primi giorni di gennaio sarà possibile presentare la domanda anche presso i CAF. La presentazione della domanda è molto semplice, ad oggi circa 200mila domande sono state presentate di cui oltre il 40 per cento presentate direttamente dall’utente, anche di persone molto avanti con gli anni, quindi è un percorso molto semplice”.
Maria Candemi ha proseguito, parlando dell’assegno di inclusione: “Dopo aver sottoscritto il patto digitale da quel momento in poi il nucleo è accompagnato nell’attivazione della misura. Il patto di attivazione digitale è lo snodo con cui la misura può essere effettivamente erogata, nel momento in cui si sottoscrive vengono verificati i requisiti e sarà quindi possibile accedere al beneficio economico”.
ASSEGNO DI INCLUSIONE “SE EROGATO A FEBBRAIO COMPRENDERÀ ANCHE QUELLO DI GENNAIO”
Sulle tempistiche: “Per essere molto pratici chi riuscirà a presentare domanda entro fine dicembre, già a gennaio potrà percepire l’assegno di inclusione. Se le domande verranno presentate entro la fine di gennaio il beneficio verrà erogato a febbraio, compreso comunque quello di gennaio, quindi non si perderà alcuna mensilità da parte dell’utente”.
E ancora: “Con la sottoscrizione del patto lo stato si aggancia al nucleo famigliare in fragilità, a quel punto il sistema manda direttamente in modo automatico ai Comuni gli estremi del nucleo da prendere in carico e il nucleo viene preso in carico dai servizi. Il patto è solo l’inizio di un dialogo costante, ogni 90 giorni il nucleo famigliare può aggiornare la propria condizione e questo permette anche di verificare la continuità di erogare il beneficio”.