È avvenuta ieri l’approvazione, in conferenza unificata, di due decreti del ministero del lavoro che finiscono il quadro regolamentare dell’assegno di inclusione che partirà dal 1 gennaio 2024. Questo partirò dopo l’avvio del 1 settembre scorso del supporto per la formazione e il lavoro per gli ex percettori di cittadinanza. La misura è destinata ai nuclei familiari con componenti disabili, minorenni, over 60 o in condizione di svantaggio economico e inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari certificati. La verifica delle domande presentate fino al mese di febbraio 2024 senza Isee in corso di validità, come spiega Il Sole 24 Ore, avverrà sulla base dell’indicatore al 31 dicembre 2023. Questo, per i primi due mesi.



Per i mesi successivi, però, il mantenimento dei requisiti verrà verificato sulla base dell’Isee in corso di validità. L’assegno è attribuito ai singoli componenti maggiorenni del nucleo per la quota procapite. Il sostegno al pagamento del canone di locazione è invece attribuito al solo beneficiario intestatario del contratto di affitto. L’Adi deve essere richiesto con modalità telematiche all’Inps o presso gli istituti di patronato o i centri di assistenza fiscale. 



Assegno di inclusione e patto di attivazione digitale: come funziona

Una volta dopo aver presentato la domanda per l’assegno di inclusione, il richiedente deve sottoscrivere il patto di attivazione digitale nel sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa. Dopo la verifica del possesso dei requisiti e la sottoscrizione del Pad, l’Inps potrà erogare il beneficio solo in caso di adesione da parte dei nuclei familiari a un percorso personalizzato di inclusione sociale e lavorativa. Questo verrà stabilito dopo la valutazione dei loro bisogni. Nell’ambito del percorso personalizzato, i soggetti vengono indirizzati ai centri per l’impiego o ai soggetti accreditati ai servizi per il lavoro per la sottoscrizione del patto di servizio personalizzato.



Questo può prevedere anche l’impegno alla partecipazione a progetti utili alla collettività (Puc) ai comuni o ad altre amministrazioni pubbliche convenzionate. Equivalente ai Puc è la partecipazione all’attività di volontariato presso enti del terzo settore, spiega Il Sole 24 Ore. Il catalogo dei Puc attivati dai Comuni e dalle altre amministrazioni pubbliche è pubblicato nel Siisl attraverso un’apposita selezione della piattaforma Gepi. Nel caso di mancata partecipazione, il beneficiario non potrà più usufruire dell’Adi.