La Corte di Cassazione con l’ordinanza 9619/2023 ha accolto il ricorso di una donna che a prescindere dalla dichiarazione dei redditi, l’ex coniuge presentava una condizione economica nettamente superiore alla propria. Per gli ermellini è importante non solo guardare alla dichiarazione dei redditi del coniuge più forte economicamente, ma anche al gap economico tra i due.



Assegno divorzile: per la Cassazione si deve tenere conto della differenza patrimoniale

Anche ser recenti sentenze della Corte di Cassazione hanno stabilito che il coniuge, ancorché disoccupato, se è in età da lavoro e con le giuste condizioni fisiche, potrebbe anche non essere beneficiario dell’assegno divorzile. Stavolta la Cassazione ci ripensa e stabilisce che questo assegno, qualora venisse riconosciuto al ricorrente, debba anche tenere conto della condizione economica dell’ex coniuge e del gap economico tra i due ex membri della coppia. In questo modo la Cassazione pone fine a una prassi giuridica che si stava consolidando ma che era contraria ad alcuni principi espressi nella legge sul divorzio.



Secondo gli ermellini vanno tenuti in considerazione non soltanto i redditi in denaro, ma anche tutti gli elementi utili ad accertare la capacità economica del soggetto. Tutto questo sulla base dell’articolo 5 della legge sul divorzio, poiché questa impone al giudice di tener conto delle condizioni dei coniugi e delle ragioni della decisione, del contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio di ciascuno rispetto a quello comune.

Assegno divorzile: da considerarsi tutti i beni patrimoniali, di qualsiasi origine

Questo impone l’accertamento anche di eventuali altri beni patrimoniali oppure attività finanziarie.



Qualora quindi venga accertato un significativo squilibrio delle condizioni economico patrimoniali delle due parti in causa, verrà rivalutato l’assegno divorzile secondo il parametro assistenziale e perequativo compensativo.

Va inoltre tenuta anche in considerazione la durata del matrimonio poiché questa concorre indubbiamente all’organizzazione quotidiana e lavorativa dei due soggetti.