L’assegno per un coniuge a carico è la misura con cui l’INPS vuole aiutare le famiglie con un reddito basso e può essere ottenuta pur percependo la disoccupazione (NAspI); la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego e anche per chi ha dei figli a carico di età inferiore 21 anni.
Per poter essere accertato come un “coniuge fiscalmente a carico” è importante osservare il suo reddito che non dev’essere inferiore a 2.840,51€ annui oppure 4.000€ se il coniuge ha oltre 24 anni.
Assegno per il coniuge a carico: la domanda è separata
L’assegno per il coniuge a carico può essere richiesto anche da chi è percettore di NASpI. Ed è proprio qui l’errore: anche percependo l’assegno di disoccupazione è possibile richiedere con una domanda separata il contributo per il marito o la moglie a proprio carico.
Molti contribuenti evitano di inoltrare la domanda perché non sanno questo particolare, e dunque perdono l’opportunità che gli consentirebbe di poter affrontare le spese quotidiane in modo più tranquillo e sereno.
Come mandare la domanda dell’assegno per il coniuge a carico
La domanda – che abbiamo visto va fatta separatamente – può essere inviata autonomamente attraverso i sistemi di autenticazione digitale quali: Carta di Identità Elettronica (CIE), SPID oppure con la Carta Nazionale dei Servizi (CNS).
Per coloro che non hanno dimestichezza digitale possono far richiesta al Patronato oppure al Caf del proprio territorio.
Ma c’è un vantaggio economico non indifferente e anche questo sconosciuto: i nuclei familiari che potevano ottenere l’assegno per il coniuge economico e che non hanno mai ottenuto possono far richiesta per ricevere gli arretati (entro un massimo di cinque anni).
Gli arretrati di cinque anni permetterebbero comunque un rientro economico significativo che può ristabilizzare il bilancio familiare e garantire un sostegno economico più adeguato.