L’assegno sociale dell’INPS nel 2025 beneficerà di un importo maggiore rispetto a quello attuale. La misura è ottenibile sia dagli stranieri che dai cittadini italiani che vivono nel nostro Bel Paese da un periodo minimo di dieci anni.
Quasi sicuramente la Legge di Bilancio nel 2025 potrebbe garantire un aumento del tetto massimo per poter ricevere l’indennità dall’INPS, che ad oggi ammonta a 6.085,43€ annui.
Assegno sociale INPS 2025: cos’è e a chi spetta
L’assegno sociale INPS nel 2025 potrebbe essere concesso anche a fronte di un reddito personale più alto rispetto al tetto annuale previsto fino ad oggi: che ricordiamo ammontare a 6.085,43 euro annui.
L’indennità viene erogata direttamente dall’ente previdenziale nei confronti dei contribuenti italiani che vivono una situazione di disagio economico (i cui beneficiari sono coloro che hanno un reddito basso).
Anche per l’anno prossimo i requisiti per poterne beneficiare sono pressoché gli stessi:
- Età minima fissata a 67 anni (la stessa che venne stabilita con l’entrata della Riforma Fornero).
- Residenza stabile in Italia: è previsto un periodo minimo di 10 anni in modo continuativo.
- Reddito personale: la novità del 2025 prevede l’innalzamento della soglia per ottenere l’assegno sociale. L’incremento sarà uguale a 7.500€ annui e potrà esser concesso anche a chi svolge dei lavori occasionali o precari.
- Nucleo familiare: nel caso in cui si fosse coniugi, allora il reddito del nucleo complessivo dev’essere massimo 14.500€ annui.
Il prossimo anno l’assegno è stato aumentato e quantificato in 503€ mensili, totalizzando 6.540€ annui. L’assegno sociale Inps 2025 non prevede la 13esima mensilità e qualora il beneficiario si trasferisse all’estero la sospensione della indennità sarà immediata.
La cumulabilità
L’assegno sociale INPS 2025 prevede un’ulteriore novità (a favore dei beneficiari), che prevede di poter cumulare l’indennità con ulteriori soluzioni di sussidio (come ad esempio insieme alla pensione di cittadinanza), a patto che si resti nei limiti del tetto massimo.
In caso contrario il beneficiario sarà costretto a dover scegliere la forma di sussidio a lui più conveniente. Gli esperti del settore credono che queste novità trasmettano un buon segnale positivo nei confronti dei cittadini più poveri, anche se ci sono forti dubbi su quanto possa essere sostenibile nel lungo termine.