Sono stati registrati numerosi rallentamenti a causa dei ricalcoli, tutt’ora in atto sui nuclei famigliari idonei a ricevere l’assegno unico 2023. Cosa aspettarsi dunque nei prossimi giorni?

Assegno unico 2023: a cosa sono dovuti gli errori e i ricalcoli

I ricalcoli sono effettuati da parte dell’Inps chi ha rilevato delle anomalie, causate dal mancato aggiornamento di alcune dichiarazioni. In particolare, alcuni nuclei avrebbero ricevuto più denaro, altri invece avrebbero ricevuto di meno.



Per questo motivo si è configurata una situazione anomala in cui, alcuni nuclei dovranno restituire denaro. Questo potrebbe essere corrisposto attraverso le riduzioni dell’assegno unico.
In merito alla vicenda dei controlli e dei ricalcoli, l’INPS ha già diffuso delle circolari, ma non tutte le informazioni sono ancora chiare: ad esempio, benché gli importi sarebbero dovuti essere visibili già dal 15 giugno, alcuni nuclei non riescono a visualizzare nulla all’interno dei pannello personale.



I motivi sono rintracciabili nelle sopravvenute modifiche reddituali o di condizioni famigliari: ad esempio l’Assegno unico 2023 è stato integrato con importi a credito dovuti all’aggiornamento ISEE, il nuovo premio alla nascita corrisposto al settimo mese di gravidanza, la presenza di disabili. I conguagli attengono il periodo che parte dal mese di marzo 2022.

Assegno unico 2023: altre tipologie di errore

Esistono però anche famiglie che hanno ricevuto più denaro, per un mero errore degli uffici amministrativi: queste dovranno corrispondere un debito di circa 400 uro e che saranno restituiti mediante riduzioni.



Esistono poi errori e rallentamenti che non dipendono da queste problematiche ma da altri bug degli uffici pubblici.

Queste situazioni possono riguardare in particolare:

  • Le richieste di Assegno unico 2023 per le quali l’istruttoria preliminare non è stata completata a causa della mancanza della documentazione necessaria.
  • Le richieste che, sebbene accettate e pronte per il pagamento, presentano anomalie nell’abbinamento tra il codice fiscale dell’utente e l’IBAN di accredito, come indicato nella domanda, o si riferiscono a una banca non convenzionata con l’INPS.